I Carabinieri hanno arrestato due uomini per traffico di sostanze stupefacenti ed hanno sequestrato 34 chilogrammi di eroina, del valore di 2 milioni di euro, destinata al litorale abruzzese.
Gli arrestati, Alfred Tusha e Leonard Spahiu (nelle foto in basso) , albanesi di 28 e 48 anni, entrambi incensurati, accusati di traffico internazionale ed illecita detenzione di stupefacenti, sono stati reclusi nel carcere di Pescara.
Le indagini, partite da Chieti e Francavilla al Mare, hanno visto impegnati i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Chieti in collaborazione con i colleghi di Pescara e, ieri pomeriggio, 8 maggio, hanno sequestrato 34 chilogrammi di eroina nascosti all’interno di una abitazione di Montesilvano, presa in affitto dai due arrestati.
In una nota dei Carabinieri si legge che si tratta del “più grande sequestro di stupefacente avvenuto in Abruzzo negli ultimi anni”.
I Carabinieri erano sulle tracce dei due trafficanti, dopo i recenti sequestri di droga effettuati in provincia di Chieti e il monitoraggio di alcuni pusher che gravitano tra Chieti, Francavilla al Mare, Pescara e Montesilvano.
L’attività investigativa aveva registrato che, in questo periodo di emergenza coronavirus, c’era stato un netto calo nella distribuzione di droga sia a livello di spaccio ai tossicodipendenti che di forniture di grosse quantità di sostanza stupefacente in relazione agli stringenti controlli sulle strade ed autostrade.
Ma, con l’avvicinarsi della fine della fase uno dell’emergenza covid 19, era stato notato sia l’aumento delle richieste dei tossicodipendenti sia le aspettative dei pusher sull’arrivo di un grosso carico di droga.
Pertanto i militari dell’Arma hanno attivato specifici servizi, finalizzati soprattutto a capire il momento dell’arrivo della partita di sostanza stupefacente, e, ieri , hanno notato un giovane di Chieti, abituale assuntore di stupefacenti e pusher, mentre discuteva animatamente con due persone di nazionalità albanese.
Subito dopo i due uomini si sono allontanati in direzione di Pescara. I Carabinieri, in considerazione di notizie che davano come arrivata in provincia di Pescara la fornitura di droga, hanno deciso di spingersi oltre i confini della provincia teatina e, con la collaborazione dei colleghi pescaresi impegnati in analoghi servizi di contrasto allo spaccio, sono arrivati a Montesilvano.
Nella città adriatica i due albanesi sono scesi dall’auto e sono entrati in una palazzina del lungomare nord. Poco dopo uno dei due è tornato vicino alla vettura ma è stato bloccato dai militari prima che si allontanasse.
L’uomo è stato trovato in possesso di 4 panetti termosaldati di eroina del peso di 500 grammi ciascuno.
Poichè la plastica dei panetti era ancora calda i Carabinieri hanno capito subito che erano arrivati alla centrale di distribuzione dell’eroina e che la droga era stata confezionata da pochissimo tempo.
Nel frattempo è arrivato sul posto “Aaron”, il cane antidroga del Nucleo Cinofili del Comando Legione Carabinieri Abruzzo e Molise e, grazie al suo fiuto, i militari hanno potuto fare irruzione all’interno dell’abitazione in cui si trovava il laboratorio per il confezionamento dell’eroina.
In una pressa idraulica(nella foto in basso) sono state trovate delle forme e dei contenitori in plastica dove la droga veniva suddivisa in panetti da mezzo chilo per essere avviata alla distribuzione al dettaglio sul mercato abruzzese.
Sono stati anche recuperati, all’interno di un armadio della stessa camera da letto, due sacchi contenenti 25 chili di eroina, 5 chili della stessa sostanza già “tagliati” e pronti per la vendita al dettaglio, ed altri 3 panetti, dello stesso stupefacente, del peso complessivo di 2 chili, nascosti in una intercapedine presente sotto il tavolo da pranzo, nonché una notevole quantità di sostanza da taglio.
Nella nota dei Carabinieri si legge che “Considerando che i trentaquattro chili di droga, contenuti nei panetti recuperati, sarebbero stati tagliati almeno altre tre volte prima di essere immessi sul mercato, la droga sequestrata effettuato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Chieti, se immessa sul mercato, avrebbe fruttato all’organizzazione criminale circa due milioni di euro, anche in relazione alla circostanza che, a seguito della quarantena, la richiesta è aumentata e, quindi, il prezzo della sostanza stupefacente è lievitato, in funzione della nota regola del rapporto tra domanda e offerta.
Sicuramente l’ingente quantità di droga sequestrata renderà ancora più problematica la ricerca di droga pesante sul mercato abruzzese, circostanza che costituisce un duro colpo all’economia criminale che vive e sfrutta il dramma di tantissimi poveri ragazzi.
Questi ultimi, però, continuano a vivere un prolungato lockdown, sicuramente positivo per la loro salute, anche in relazione ai segnali positivi che sono giunti dai Sert della zona, sul miglioramento delle condizioni di tantissimi tossicodipendenti costretti alla quarantena”.