Raggiunto dai carabinieri, che stavano dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, prima punta una pistola contro i militari e poi usa il figlio di cinque anni come scudo, tentando di fuggire dalla finestra, ma alla fine viene bloccato.
È quanto accaduto stamani a Montesilvano. In manette è finito un uomo di 52 anni che era agli arresti domiciliari. I carabinieri della locale Compagnia, dopo aver arrestato l’uomo, hanno recuperato la pistola, oltre a mezzo chilo di marijuana e contanti per 500 euro. L’ordinanza di custodia cautelare in questione è stata emessa e seguito di un’indagine relativa allo spaccio di droga.
L’episodio è avvenuto attorno alle 7 del mattino. I Carabinieri della Compagnia di Montesilvano, insieme a quelli di Martina Franca, con il supporto dei cani antidroga dell’Arma, avevano raggiunto l’abitazione dell’uomo, già ai domiciliari, per notificargli la misura cautelare personale in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Taranto. L’uomo, infatti, era coinvolto in attività di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti a Martina Franca. Il 52enne, alla vista dei Carabinieri, ha preso una pistola che aveva sul letto e l’ha puntata contro i militari. Poi ha svegliato il figlio di cinque anni e, usandolo come scudo, ha scavalcato la finestra della camera da letto, al piano terra. Una volta fuori, però, è stato bloccato dai Carabinieri, che avevano già circondato l’intero edificio. La pistola, funzionante e carica, è stata sequestrata, così come 543 grammi di marijuana e 485 euro in contanti. Il 52enne dovrà rispondere di detenzione illegale di arma da sparo clandestina e relativo munizionamento, resistenza a pubblico ufficiale aggravata, tentata evasione e detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stato accompagnato in carcere dai carabinieri della Compagnia di Montesilvano, diretti dal tenente Donato Agostinelli.
“Solo grazie ai procedimenti d’azione previsti dal regolamento generale dell’Arma e dal sapere agire dei militari intervenuti – sottolineano i carabinieri – si è evitato un conflitto a fuoco che avrebbe portato certamente a più gravi conseguenze per tutti, compreso il figlio in tenera età”.