Sono stati rinviati a giudizio i due cittadini di origine romena imputati nel procedimento sulla morte di Anna Carlini, la donna pescarese di 33 anni, affetta da problemi psichici, trovata senza vita sotto il tunnel della stazione ferroviaria di Pescara.
Lo ha deciso il gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, che ha fissato al 30 gennaio prossimo la data della prima udienza davanti al tribunale collegiale. Nelu Ciuraru è accusato di violenza sessuale e omissione di soccorso aggravata, mentre Robert Cioragariu deve rispondere soltanto del secondo reato.
Uno dei legali di parte civile, Carlo Corradi, aveva chiesto di riqualificare il capo d’imputazione in omicidio volontario e abbandono di persona incapace, ma la richiesta è stata respinta. Intanto escono dal procedimento gli atti acquisiti in sede di incidente probatorio nel procedimento sulla morte di Anna Carlini, la 33enne pescarese trovata senza vita, la mattina del 30 agosto del 2017, lungo uno dei tunnel della stazione ferroviaria di Pescara.
Il gup Sarandrea, questa mattina, ha accolto la richiesta della difesa di uno dei due imputati, Nelu Ciuraru, che ha ottenuto la nullità di tutte le attività svolte in sede di incidente probatorio per violazione del diritto di difesa, in quanto il suo assistito, dopo il mandato di arresto europeo emesso dal Gip del tribunale di Pescara, non era latitante, ma era stato posto agli arresti, su disposizione del tribunale di Timisoara e, dunque, avrebbe potuto partecipare all’incidente probatorio.
In aula erano presenti la madre e le sorelle della vittima, che si sono costituite parte civile, come il padre e i figli della Carlini. Presente anche Ciuraru, mentre non si è presentato l’altro imputato. L’accusa, rappresentata dal pm Rosangela Di Stefano, ha chiesto il rinvio a giudizio, mentre la difesa di Ciuraru ha invocato il non luogo a procedere.
Questa mattina, in tribunale a Pescara, a margine del flash mob che si è tenuto in occasione della prima udienza preliminare sulla morte della sorella Anna Carlini, alla manifestazione hanno partecipato familiari e conoscenti della vittima, insieme ad una decina di sindacalisti con bandiere della Cgil, che hanno voluto esprimere solidarietà ai parenti della donna morta.
I manifestanti hanno esposto cartelli con le scritte “giustizia per Anna” e “stupro=omicidio”.
Isabella Martello, sorella di Anna Carlini, ha detto “Nel capo di imputazione vengono contestati i reati di violenza sessuale e omissione di soccorso, ma questa cosa è inaccettabile, perché Anna è stata uccisa e noi vogliamo la verità. Chi deve pagare è giusto che paghi senza sconti di pena. Andremo avanti fino a quando non cambierà il capo di imputazione. Anna merita giustizia come tutte le vittime di questi reati e anche chi ha visto e non ha fatto nulla deve pagare”.
L’altra sorella Jessica ha rimarcato che “Questo è un omicidio chi ha sbagliato non può essere libero. Sono due anni che non ho più pace, Anna è sempre nella mia mente e nel mio cuore, non meritava questo perchè era una persona buona e mi mancano le sue risate”.