Viva soddisfazione per l’estradizione dalla Romania in Italia di uno dei due indagati per la morte di Anna Carlini, ma i famigliari, tramite il loro legale, chiedono ora anche l’imputazione per omicidio.
“Siamo soddisfatti per l’estradizione di uno dei due indagati, ma insisteremo sulla nostra ipotesi, quella dell’omicidio e dunque, sulla base di quanto emerso dalla consulenza tecnica e dall’incidente probatorio, chiederemo di riformulare il capo di imputazione”.
Così l’avvocato Carlo Corradi, che assiste i familiari di Anna Carlini, la donna di 33 anni, affetta da problemi psichici, il cui corpo fu rinvenuto privo di vita, lungo il tunnel della stazione ferroviaria, il 30 agosto del 2017. Per la morte della donna, che fu stuprata, il pm Rosangela Di Stefano, ha chiesto il rinvio a giudizio per due cittadini di nazionalità romena: Nelu Ciuraru, considerato l’autore materiale dello stupro, estradato ieri dalla Romania e accusato di violenza sessuale e omissione di soccorso aggravata dalla morte della persona; Robert Cioragariu, che deve rispondere unicamente di omissione di soccorso aggravata.
“E’ chiaro che c’è stato un concorso di cause – ha aggiunto Corradi – ma è stato decisivo il ruolo attivo svolto da Ciuraru, sia nel farla bere che nell’atto dello stupro. Quel che sappiamo – ha concluso il legale – è che Anna è entrata in quel tunnel con i suoi piedi ed è uscita distesa”.
“Ho saputo ieri sera dell’estradizione di uno dei due indagati ed è una ferita che si riapre. Ringrazio gli inquirenti e chiedo che si continui a lavorare per assicurare tutti i colpevoli alla giustizia, anche chi ha visto e non ha parlato, perché una telefonata avrebbe potuto salvarle la vita”. Così Isabella Martello, sorella di Anna Carlini, la donna di 33 anni, affetta da problemi psichici, il cui corpo fu rinvenuto privo di vita, lungo il tunnel della stazione ferroviaria di Pescara il 30 agosto del 2017. “Mia sorella non c’è più e due bambini non hanno più una madre – ha proseguito Martello in conferenza stampa insieme all’avvocato Corradi – servono condanne più forti per questi reati, perché altrimenti la vita di una persona non ha più valore”.