Sarà processato con rito abbreviato l’infermiere del 118 di Teramo accusato di omicidio colposo per la morte del giovane Marco Calabretta, il bimbo di 9 anni di Pineto morto il 25 settembre del 2015, stroncato sul campo di calcio da una fibrillazione ventricolare.
Questa mattina l’infermiere, nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup Marco Procaccini, ha infatti chiesto di essere ammesso al rito alternativo con la relativa udienza fissata per il mese di luglio. A chiedere il rinvio a giudizio dell’uomo, questa estate, era stato il pm Stefano Giovagnoni, nell’ambito del fascicolo bis sulla morte del piccolo. Fascicolo aperto dopo la denuncia presentata dai genitori (rappresentati dall’avvocato Giulio Calabretta) e che inizialmente vedeva indagati tutti i membri dell’equipaggio della prima ambulanza giunta sul campo di calcio, con la Procura che al termine delle indagini aveva stralciato le altre tre posizioni e chiesto il rinvio a giudizio solo per uno dei due infermieri. All’uomo, come si legge nel capo di imputazione, viene contestato, di aver omesso “di applicare prontamente al paziente – che si trovava a terra in uno stato di tachiaritmia ventricolare – l’unica terapia risolutrice rappresentata dalla defibrillazione elettrica” nonostante l’ambulanza fosse dotata di defibrillatore, “unitamente a manovre rianimatorie, in modo da interrompere grazie allo shock elettrico, la fibrillazione ventricolare” e di aver disposto “la mobilizzazione del paziente nell’autoambulanza 118 ancor prima che fosse ripristinato un qualunque stato di coscienza e comunque prima che giungesse il medico del 118”. L’infermiere ha sempre sostenuto di aver utilizzato il defibrillatore, utilizzo che però non sarebbe documentato