E’ stato rinviato stamane a giudizio un 30enne di Giulianova sul cellulare del quale vennero trovate foto osè di Giulia Di Sabatino, la giovane volata giù da un cavalcavila dell’A14.
Nel suo cellulare gli inquirenti avevano rinvenuto foto osè di Giulia Di Sabatino, la 19enne di Tortoreto (Teramo) il cui corpo, nel settembre del 2015, fu rinvenuto sotto un cavalcavia della A/14 straziato dalle auto, e di altre due ragazze. Ragazze che all’epoca dei fatti erano tutte minorenni. Una vicenda per la quale questa mattina, al termine dell’udienza preliminare davanti al gup dell’Aquila, l’uomo, un 30enne di Giulianova, è stato rinviato a giudizio con le accuse di pornografia minorile ed induzione alla prostituzione minorile. Accuse che adesso dovranno essere provate in dibattimento, nel processo che si aprirà a Teramo il prossimo 23 novembre e nel quale la famiglia della ragazza, assistita dall’avvocato Antonio Di Gaspare, si è costituita parte civile. L’inchiesta che ha visto finire l’uomo a processo è quella a firma del pm David Mancini, della distrettuale dell’Aquila. Nel suo telefono, infatti, gli inquirenti avrebbero ritrovato diverse foto di Giulia e di altre due ragazze, foto che sarebbero state divulgate anche attraverso WhatsApp. L’uomo, inoltre, secondo la Procura avrebbe prospettato alla ragazza “anche la possibilità di guadagnare denaro facendosi riprendere in versione hard dalle web cam on line predisposte in alcuni siti internet”.