C’è una prima svolta nell’inchiesta sulla morte di Matteo Mirasole, ventisettenne avezzanese trovato morto nel letto di una clinica di Tivoli il 7 giugno del 2017.
Potrebbe esserci una svolta nelle indagini dopo che la Procura di Tivoli, che ha aperto un fascicolo per omicidio, ha depositato i risultati dell’autopsia e degli accertamenti eseguiti anche sul materiale trovato nella stanza di Matteo Mirasole. I carabinieri hanno ascoltato dei testimoni, fra i quali ci sono anche alcuni ospiti che hanno avuto contatti, nelle ore precedenti il decesso, con il ventisettenne avezzanese . L’avvocato della famiglia Mirasole, Roberto Verdecchia, ha presentato un’istanza per chiedere l’acquisizione degli atti e la documentazione sulla perizia e sulla relazione tecnica. La vicenda è iniziata il 12 maggio 2017 quando il gip del tribunale di Avezzano Maria Proia dispose il ricovero di Mirasole nel centro polivalente di Colle Cesarano a Villa Adriana di Tivoli. Il 7 giugno il giovane è stato trovato morto e si parlò di decesso dovuto ad un infarto. La scomparsa del compagno di stanza di Mirasole, Giuseppe Di Tullio Sjeed, 25enne detto “L’inglese”, creò sospetti ed interrogativi che hanno fatto partire un’inchiesta per chiarire i motivi della morte del giovane. I familiari non credono alla morte naturale ma ritengono che si tratti di una morte indotta. La struttura sanitaria in cui è avvenuto il fatto è già finita sugli organi di infornazione per motivi legati a finanziamenti dalla Regione Lazio e dove per 200 pazienti riceverebbe contributi regionali pari a 8 milioni e 300mila euro l’anno. Inoltre nel 2011 i consiglieri radicali della Regione avevano presentato delle interrogazioni denunciando che nella struttura moriva un paziente ogni 50 giorni.