Anche in Abruzzo il popolo che chiede la pace in Ucraina e nella Striscia di Gaza. Oggi manifestazioni a Pescara, L’Aquila, Chieti e Sulmona
Nel giorno del secondo anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, decine di sigle di associazioni e sindacati anche in Abruzzo manifesta per dire no alle guerre. A gran voce chiedono la messa al bando delle armi nucleari, la riduzione immediata delle spese militari, la riconversione dell’industria bellica, l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza, la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione e della violenza in Cisgiordania, la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina, il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di violenza strutturale, la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Questa mattina a Pescara i manifestanti hanno sventolato bandiere arcobaleno della Pace (nella foto) e si sono ritrovati davanti al palazzo del governo, in piazza Italia, per gridare ” Pace al di sopra di tutte le frontiere”. Presenti anche alcuni sindaci aderenti ad Ali Abruzzo, l’associazione Carrozzine Determinate con il presidente Claudio Ferrante ed esponenti politici.
Benedetta La Penna dell’associazione Arci Pescara ha spiegato alla stampa i motivi del sit-in: “Siamo qui per una causa che va oltre ogni credo e ogni tradizione o costume. Siamo qui per la pace e insieme dobbiamo ribadire il no a ogni guerra. Oggi 24 febbraio è il secondo anniversario del conflitto russo-ucraino. Dobbiamo dire basta ai conflitti e alle morti. È arrivato il momento della pace e oggi siamo qui con tante associazioni, la Cgil e tanti cittadini per ribadire la pace e il cessate il fuoco per ogni tipo di guerra. Manifestiamo perché non possiamo restare in silenzio, sarebbe come voltarsi dall’altra parte”.
“La pace significa anche viva l’acqua – ha detto Renato Di Nicola del Forum H2O – perché in tanti territori, fra cui l’Ucraina, hanno tolto l’acqua alle popolazioni. Vorrei ricordare che i palestinesi sono l’unico popolo al mondo che deve comprare acqua dal proprio nemico. Se vogliamo costruire la pace dobbiamo allora costruire un mondo diverso e nuovo dove i cittadini possano decidere effettivamente delle risorse che hanno. Basta guerre, basta fossili, perché anche per il petrolio e il gas si fanno le guerre e di fronte a Gaza c’è un grande insediamento di gas del Mediterraneo. Sarà anche per questo che scoppiano le guerre?”.