Occupazione in Abruzzo: luci ed ombre dai dati Istat, non c’é da disperarsi ma nemmeno da esultare se si fa un’analisi seria della situazione.
Lo ribadisce, senza peli sulla lingua, l’economista Pino Mauro, anche in modo stizzito per essere stato messo in mezzo al dibattito politico, con riferimenti – come lamenta lui stesso – anche sul personale. E lo fa seduto al tavolo della sala “Filomena Delli Castelli” nella sede della Regione in Viale Bovio, al fianco di Camillo D’Alessandro ed Andrea Catena del Pd. I dati Istat vanno analizzati con serietà ed in maniera obiettiva e se da una parte appare più che legittimo, da parte del principale partito di maggioranza, fare un raffronto dal momento in cui questo governo si é insediato ad oggi, evidenziando per questo che:
“al 30 giugno 2014 – dice D’Alessandro – gli occupati erano 459 mila, oggi 485 mila, ovvero più 26 mila; meno 44 mila inattivi rispetto a tre anni fa; +1,4% il tasso di occupazione femminile e -9,3% il tasso di disoccupazione giovanile; tutti dati che ci confortano e confortano le politiche che questo governo regionale sta portando avanti.”
C’é poi l’equivoco dei dati del secondo trimestre del 2017, rispetto al primo. Sarebbe stato davvero arduo fare peggio, visto che al primo trimestre la performance dell’Abruzzo é stata pessima con il penultimo posto nella graduatoria delle Regioni Italiane, e se si considera che, stando ai bilanci provvisori della stagione turistica che pare sia andata molto bene, il terzo trimestre sarà ancora migliore, l’errore più grossolano che si possa commettere é pensare che l’economia sta andando a gonfie vele, perché, ammonisce Di Mauro:
“Un confronto serio va fatto in modo omogeneo e dunque con il semestre del 2016, e qui non c’é da essere poi così allegri, poiché il numero dei disoccupati é in crescita a causa anche dei disastri che hanno colpito questa Regione, sisma e maltempo in primis, non a caso i settori che hanno sofferto di più sono agricoltura e terziario. Il vero giudizio, però, qual é – sottolinea ancora Pino Mauro – é che l’Abruzzo é ancora in forte ritardo rispetto alla ripresa nazionale dove siamo già nella fase strutturale, mentre la crescita della nostra Regione é ancora congiunturale e che a fronte di una confortante ripresa delle grandi e medie imprese, le piccole imprese sono ancora quasi ferme al palo, in particolare artigianato e commercio.”
IL SERVIZIO DEL TG8
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