L’ennesimo capitolo dell’odissea di Fabrizio Pellegrini, il musicista di Chieti affetto da fibromialgia che necessita di cure a base di cannabis medica. Una legge glielo consente ma la Asl non sa come fare.
Rasenta il paradosso l’ennesimo capitolo dell’odissea di Fabrizio Pellegrini, il musicista di Chieti, affetto da una grave forma di fibromialgia, che da anni combatte per il proprio diritto alla cura con cannabis medica. Senza tornare troppo indietro con la storia, caratterizzata anche da condanne penali, basta partire da una data, 4 gennaio del 2014, quando la Regione Abruzzo approva la cosiddetta Legge Acerbo che di fatto autorizza l’uso terapeutico della cannabis per una serie di patologie, come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra cui la fibromialgia.
“Una legge osteggiata ed inapplicata per molto tempo, perfino stravolta, ma che, comunque, ci porta ai giorni nostri con la pubblicazione del decreto commissariale, datato 4 ottobre 2016, in base al quale si dispone la possibilità di prescrivere questo tipo di medicinale, con il conseguente rimborso dal sistema sanitario regionale, nel caso di riduzione del dolore associato a spasticità con resistenza alle terapie convenzionali; riduzione del dolore cronico, con particolare riferimento al dolore neurogeno e con esclusione del dolore nella fibromialgia, in pazienti con resistenza ai trattamenti convenzionali, in palese violazione – scrive nella diffida il legale di Pellegrini Vincenzo Di Nanna – della Legge Regionale del 4 gennaio 2014.
Tuttavia lo scorso 29 gennaio Pellegrini, con regolare ricetta rossa attestante “visita neurologica per piano terapeutico per cannabis”, firmata dal medico di base la dottoressa Anna Maria Cerulli (che da noi contattata ci ha detto di aver soltanto operato nel rispetto assoluto della legge e su suggerimento di uno specialista), è tornato nuovamente presso l’Asl di Chieti, per richiedere l’erogazione delle necessarie cure mediche. Ma queste gli sono state ancora una volta negate, come specificato nella diffida che il legale Di Nanna ha inviato al Direttore Sanitario della Asl di Chieti lanciano Vasto, e per conoscenza al Presidente della Giunta Regionale Marsilio, alla Giunta Regionale e al Ministero della Salute, in base ad un disarmante “Non sappiamo come fare”. Ma c’è di più, di fronte ad una dichiarata impotenza, gli è stato anche rimborsato il ticket di 30 euro con tanto di pacca sulla spalla e di invito a rivolgersi ad uno studio privato… a spese proprie ovviamente.