L’olio abruzzese di qualità in Giappone arriva a costare anche 400 euro a litro ma nei supermercati i prezzi scendono.
In molti parlano di un mercato giapponese esclusivo, ricco, attento alla qualità ed agli aspetti salutistici e nutrizionali degli alimenti. La qualità si paga anche 400 euro al litro se parliamo di olio extravergine abruzzese che si sposa benissimo con il pesce crudo (o sashimi, nell’idioma nipponico), di noodles, sushi roll o di nigiri. Una “contaminatio ” per palati esigenti e tasche capienti. C’è però da dire che parliamo di una clientela di persone facoltose mentre nei supermercati i prezzi sono molto più bassi e accessibili a tutti. In un comune supermercato del centro di Tokyo, un Extra Virgin Olive Oil costa tra i 513 yen (€ 3,60) ed i 1.008 yen (poco più di € 7,00 per una bottiglia da litro) contro un prezzo variabile tra 615 e 802 yen (sempre per una bottiglia da litro) nel caso di olio da seme (€ 4,30 e € 5,65 rispettivamente); mentre l’Olioteca, le zone gourmet o i mercati rionali, offrono un prodotto “Olio Extravergine di Oliva”, a prezzi nettamente superiori (tra 1.600 e 2.000 yen/250 ml = € 11,00 – 14,00/250 ml). A determinarli c’è la globalizzazione con la quale dobbiamo fare i conti, sia che si tratti di olio extravergine di oliva tipico o biologico, o di un prodotto “normale”, sia ci troviamo in Europa o in Giappone. La qualità è la stessa? Non sempre, perchè la qualità ha costi più elevati. A giudicare da ciò che arriva sui mercati internazionali da alcuni paesi, per esempio gli USA, i prodotti alimentari non sempre rispettano la salute dei consumatori. Un tema che andrebbe affrontato seriamente, vista l’altissima incidenza di malattie legate all’alimentazione non corretta e l’aumento di patologie come il diabete che colpisce sempre più bambini anche in Abruzzo.