Omicidio a Vasto: ucciso l’investitore di Roberta Smargiassi, il marito, Fabio Di Lello si é già costituito, la vittima Italo D’Elisa.
Si sarebbe fatto giustizia da solo, dunque, Fabio Di Lello, il marito di Roberta Smargiassi, la donna vittima di un incidente stradale lo scorso luglio. Oggi pomeriggio, intorno alle 16. 30, il vedovo ha avvicinato colui che l’ha investita con la sua automobile e gli ha sparato a bruciapelo, 4 colpi di pistola. La vittima Italo D’Elisa, di 22 anni, sorpreso mentre stava per entrare in un locale, il “Drink Water” in Via Perth, a Vasto, nei pressi della Histoniense. Fabio Di Lello avrebbe scambiato qualche parola con la sua vittima prima di estrarre la pistola dalla tasca e colpire frontalmente all’addome Italo D’Elisa. I carabinieri hanno ritrovato una pistola semiautomatica in una busta di plastica lasciata sulla tomba della moglie di Di Lello, Roberta Smargiassi, che la scorsa estate fu investita e uccisa dall’auto condotta proprio dal giovane assassinato questo pomeriggio. Italo D’Elisa era imputato di omicidio stradale e il rinvio a giudizio era stato firmato alla fine del 2016, a pochi mesi dal tragico incidente. Sul posto è giunto il padre di D’Elisa che ad alta voce ha gridato “Maledetti, me lo avete ucciso”. I primi a giungere sulla tomba di Roberta Smargiassi sono stati i carabinieri della locale compagnia che hanno rinvenuto però solo l’arma custodita in una busta di plastica trasparente. Poco dopo, accompagnato dal suo avvocato, Di Lello si è costituito ai carabinieri.
L’AVVOCATO: UCCISO DA UNA CAMPAGNA D’ODIO – “C’è stata una campagna di odio da parte dei famigliari di questa ragazza che è stata coinvolta in questo terribile incidente che purtroppo ha portato a questo risultato. Ora ne vediamo le conseguenze. Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c’è stato chi l’ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l’altro dopo tempo, quindi una premeditazione”. A parlare all’ANSA per la famiglia D’Elisa è l’avvocato Pompeo Del Re. ”Il percorso della giustizia stava andando avanti. Italo D’Elisa sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al gup. Ci era stata notificata – prosegue il legale – la fissazione di udienza preliminare, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio”. D’Elisa era indagato per omicidio stradale. “Ma a quanto pare – conclude Del Re – Italo è stato seguito, sono stati seguiti i suoi spostamenti e alla fine è stato ucciso. Sono stati esplosi più colpi di proiettile. E’ chiaro l’intento e la premeditazione da quanto si era verificato l’incidente”.
PROCURATORE DI FLORIO, TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA: “E’ una tragedia nella tragedia, questo è lo sconforto”. Dice poche parole sull’ uccisione di Italo d’Elisa, ucciso a colpi di pistola davanti all’ingresso del Drink Water Caffè a Vasto, il procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale, Giampiero Di Florio. Da poco è stata rimossa la salma del 21enne trasferita all’obitorio dell’ospedale San Pio da Pietrelcina. Quando gli si chiede cosa ne pensa di quanto apparso sulla rete, dove si era innescato un clima d’odio nei confronti di D’Elisa che sette mesi fa aveva investito e ucciso la moglie del suo presunto assassino il procuratore risponde: “Non mi parlate della rete perché sono assolutamente contrario a tutte queste forme di comunicazione. Vedo una gioventù malsana che non parla più e si affida a questi commenti spregiudicati. Sono forme di violenze anche quelle. Sono veramente stufo di queste comunicazioni in rete dove cova l’odio”.
GLI AMICI: OGNI GIORNO FABIO SULLA TOMBA DELLA MOGLIE – Non c’era giorno che Fabio Di Lello non andasse al cimitero. Ogni giorno da quando sono stati celebrati i funerali della sua amata moglie, Roberta. Ogni giorno per fermarsi davanti alla lapide per accarezzare la foto della donna che aveva sposato nell’ottobre del 2015. C’è chi dice che si fermasse addirittura, qualche volta persino, a mangiare. Fabio, a detta degli amici, dal quel primo luglio non si era più ripreso. Dal giorno in cui mentre viaggiava a bordo di uno scooter è stata investita da Italo D’Elisa. Dolore e rabbia sarebbero montati per Fabio Di Lello da quando la giustizia sembrava seguire una strada diversa: chi le aveva portato via Roberta non era stato arrestato né posto in stato di fermo per omicidio stradale. Poi le manifestazioni pubbliche, la fiaccolata passando davanti all’ospedale fino al Palazzo di Giustizia, la preghiera nella Cattedrale San Giuseppe. Fabio Di Lello, che reclamava una giustizia veloce ed efficace, è molto noto in città per i suoi trascorsi calcistici. Ora si trova in caserma presso la Compagnia dei Carabinieri di Vasto assieme ai suoi avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni che laconicamente affermano: “Quello che si è compiuto oggi è un grande tragedia. E’ una vicenda delicata e aspettiamo prima di fare ogni commento che l’autorità giudiziaria faccia il suo corso. La morte di Roberta aveva profondamente turbato il nostro assistito”.
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