Ha respinto ogni addebito Guerino Spinelli, il 29enne di etnia rom, accusato dell’omicidio di Marco Cervoni, il 35enne originario di Penne, aggredito a Capodanno al “Ferro di Cavallo” e morto all’ospedale di Pescara.
Al gip Elio Bongrazio, questa mattina, 3 gennaio, Guerino Spinelli, 29enne di etnia rom con precedenti penali per reati legati allo spaccio di droga, nel carcere San Donato di Pescara, dove è recluso con l’accusa di omicidio volontario, ha detto di essere innocente e di essersi avvicinato a Marco Cervoni soltanto per prestare soccorso poichè il 35enne, originario di Penne con problemi di tossicodipendenza, era sull’uscio del civico 171 di via Tavo, in uno degli appartamenti del popoloso complesso residenziale noto con il nome di “Ferro di Cavallo”, nel quartiere Rancitelli.
Al termine dell’interrogatorio di convalida dell’arresto il suo legale, l’avvocato Melania Navelli, ha detto ai giornalisti che “Al di là della pressione mediatica il mio assistito ovviamente si è professato innocente perchè allo stato attuale non esistono elementi che possono disporre quella che è la riconducibilità del fatto all’autore.
Lui non si è avvalso della facoltà di non rispondere ed ha dichiarato che effettivamente era andato a casa della madre e che era sceso per le scale e ha visto il ragazzo sul pianerottolo insanguinato.
Lì c’erano anche altre persone che cercavano di farlo riprendere. Poi lui è andato a dormire nella casa del padre deceduto poichè aveva bevuto un pò di più del solito la notte di San Silvestro tanto che è stato trovato con i panni che indossava la notte di Capodanno”.
Secondo alcune testimonianze, invece, Marco Cervoni, sarebbe stato aggredito con calci e pugni da Spinelli.
Le indagini sono condotte dagli agenti della squadra mobile della questura di Pescara, guidati dal dirigente Dante Cosentino il quale ieri, insieme al questore Francesco Misiti, al dirigente della polizia scientifica interregionale di Ancona Massimiliano Olivieri, al vice questore vicario Alessandra Bucci, e al capo gabinetto della questura Patrizia Traversa, ha incontrato la stampa ed ha fornito alcuni dettagli dell’arresto del presunto omicida.
Le analisi della scientifica e l’autopsia affidata, sempre per oggi, nel pomeriggio, al medico legale Giuseppe Sciarra, potranno chiarire alcuni lati ancora da definire dell’omicidio che si è consumato al civico 171 del complesso residenziale di via Tavo, nel quartiere Rancitelli, che come hanno annunciato ieri sia il sindaco Carlo Masci che il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, al massimo entro 2 anni sarà abbattuto.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti alla base del pestaggio, sfociato in tragedia, ci sarebbe una spedizione punitiva per motivi legati alla droga. Spinelli avrebbe raggiunto Cervoni mentre era ancora a letto e quest’ultimo si sarebbe alzato e spostato in bagno dove sarebbe stato colpito con una vecchia stampella e una mazza di legno che sono stati trovati sporchi di sangue dalla Polizia. Cervoni ha tentato di fuggire ma è stato strattonato sul pianerottolo dove è caduto ed è rimasto privo di sensi.
Quando il personale del 118 è arrivato sul posto ha trovato il 35enne di Penne agonizzante e lo ha portano in pronto soccorso all’ospedale “Santo Spirito”, dove, circa un’ora dopo, Cervoni è morto.
Intanto la Polizia aveva già avviato le indagini ed è riuscita ad individuare Spinelli in un alloggio che si trova nelle vicinanze. Il giovane aveva addosso ancora i vestiti con i quali i testimoni lo avevano visto in mattinata e che avevano macchie di sangue. L’analisi del dna chiarirà definitivamente se è quello della vittima. Sono in corso indagini per chiarire anche se Spinelli ha avuto complici che lo hanno aiutato a nascondersi per non farsi trovare dalla Polizia.
Il pm Paolo Pompa ha chiesto al gip Elio Bongrazio la misura cautelare del carcere per Spinelli, con quella di altri due testi che sarebbero quelli che dividevano l’appartamento di via Tavo con la vittima, un uomo e una donna di origine romena.
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