Scontro tra periti questa mattina nell’udienza in Corte d’Assise a Lanciano per il processo per il presunto omicidio di Annamaria D’Eliseo e per il quale è unico imputato il marito Aldo Di Nunzio
Secondo il Prof D’Ovidio, medico che ha effettuato l’autopsia, non ci sono dubbi sull’asfissia meccanica violenta. Secondo il perito di parte non si può escludere l’impiccamento per sospensione. Sono stati loro due i protagonisti dell’udienza odierna in Corte d’Assise a Lanciano, presieduta dal Giudice Giovanni Nappi, in merito al processo per la morte di Annamaria D’Eliseo, la bidella di Lanciano trovata senza vita, con un filo elettrico intorno al collo, nel garage di casa, il 15 luglio del 2022. Accusato d’omicidio volontario il marito Aldo Rodolfo Di Nunzio, presente in aula, ma è sulle cause stesse di morte della vittima che si sono confrontati a distanza, in due diversi momenti, questa mattina, il medico legale che ha effettuato l’autopsia, il Professor Christian D’Ovidio, e il perito della Difesa, il Dott. Riccardo Di Tanna. Secondo D’Ovidio, sentito dalle parti, dal Pm Mirvana Di Serio, dagli avvocati di parte civile e soprattutto dai legali dell’imputato, non ci sono dubbi sul decesso avvenuto per asfissia meccanica violenta, e questo in base ad alcune risultanze riferite ai solchi sul collo, la cui natura escluderebbe l’impiccamento per sospensione, e anche a esami tossicologici che evidenziano un’iperaerea polmonare segno di un disperato sforzo di incamerare ossigeno. Elementi che andrebbero a contraddire l’ipotesi di impiccamento per sospensione. Non è stato dello stesso avviso il perito della difesa, il Dott. Riccardo Di Tanna che, incalzato anch’egli dalle parti, in particolare dal Procuratore Capo di Lanciano Mirvana Di Serio, ha messo in dubbio perfino l’ora della morte, determinata da un normogramma che dovrebbe tener conto anche del peso della vittima, peso non stabilito con esattezza ma solo ipotizzato da D’Ovidio.