Omicidio di Natale a Pescara: “la fine di un’agonia”, così Sandro Buoiocchi spiega il suo gesto disperato nei vari messaggi dopo aver ucciso la madre malata.
La ricostruzione di quanto accaduto quella terribile mattina del 25 dicembre al civico 20 di Lungomare Cristoforo Colombo a Pescara, negli elementi raccolti in tempo record dai carabinieri a seguito della denuncia di scomparsa fatta dal fratello dell’omicida. Un decesso in apparenza naturale, la conseguente scomparsa di un congiunto, l’intuizione del maresciallo, l’inizio delle ricerche, tutto nel giro di poche ore e prima che tumulassero, dopo il rito funebre, la bara di Lucia Zaffenza, la 74enne già gravemente malata uccisa con 15 fiale di eparina dal figlio. Nel frattempo Sandro Buoiocchi, dopo aver ucciso la madre all’alba del giorno di Natale, ha cominciato a vagare senza una meta, prima di tentare il suicidio a bordo della sua panda parcheggiata nella banchina sud del porto canale, lasciando messaggi ovunque, in casa, nella sua auto, ma anche in pineta dove una coppia di anziani ha trovato una ricetta medica per terra sporgendo regolare denuncia, sul retro della ricetta, un altro inquietante messaggio, come gli altri 4:
“Ho deciso di farla finita speriamo di riuscirci! Mia madre molto probabilmente sarà già morta…..e poi ancora …..mentre tutti festeggiano in famiglia io sono solo come un cane mia mamma é quasi morta per me l’atmosfera natalizia é come una pugnalata al cuore eppure avevo una casa, lavoro, ho perso tutto, quindi la mia vita non ha senso.”
In un altro messaggio Sandro Buoiocchi lascia alcune indicazioni al fratello e alla sorella ai quali chiede perdono e poi nell’ultimo:
“Volevo incendiare la casa per non far soffrire mio fratello e i gatti. Sono mesi che ci pensavo ma poi non ho avuto il coraggio anche perchè ci avrebbero potuto rimettere degli innocenti…”
Un dramma della disperazione e della solitudine per un uomo che all’improvviso si é trovato ad accudire da solo la madre, il fratello é affetto da una disabilità, la sorella vive con la sua famiglia in Provincia di Chieti ed un altro fratello é emigrato in Germania. Un peso troppo grande sa sopportare dopo, tra l’altro, aver perso anche il lavoro in un supermercato. Un forte stato di depressione senza che nessuno se ne accorgesse ha portato a questo tragico epilogo. Il suo avvocato Pasquale Paolini parla di caso umano più che di caso giudiziario e pensa alla possibilità di una perizia psichiatrica. Intanto tra qualche giorno Sandro Buoiocchi lascerà l’ospedale per fare il suo ingresso nel carcere di San Donato, ancora una volta solo .
Guarda il servizio del Tg8:
height=315