Sono giunti a Monteodorisio intorno alle 12.30 gli specialisti del Ris, da Roma, per i rilievi nell’ambito delle indagini per l’omicidio di Antonio Lizzi.
Una squadra di specialisti del Reparto Investigativo Scientifico dei Carabinieri, direttamente da Roma, intorno alle 12.30, é giunta in Contrada Marracola e si é messa subito al lavoro per effettuare una serie di rilievi sulla scena del crimine, l’appartamento del pensionato, e sul suo furgone. I militari sono stati accompagnati dai carabinieri di Cupello e dal Maggiore della Compagnia di Vasto, Amedeo Consales. Dopo un primo sopralluogo nel cortile gli investigatori si sono soffermati in alcune pertinenze dell’abitazione, prima di entrare al suo interno. Scopo degli inquirenti, in particolare del Procuratore Capo di Vasto Giampiero Di Florio é quello di avere informazioni utili per la soluzione del caso, attraverso, magari, reperti, riconducibili a Dna estranei, all’interno della casa dove Lizzi é stato trovato morto, legato mani e piedi ad una sedia; o altri elementi ritenuti interessanti. Poco prima delle 13.00 sono stati tolti i sigilli all’area delimitata per accedere nella casa dove si è consumato il delitto dell’anziano che, vedovo da qualche anno, viveva da solo. Sopralluogo dello speciale reparto investigativo dell’immobile e delle pertinenze richiesto dal procuratore Di Florio al fine di dare un nome e un volto all’assassino che ha provocato la morte di Lizzi per “asfissia meccanica violenta da compressione toracica”, come rilevato dall’autopsia eseguita a Chieti lo scorso 6 febbraio da Pietro Falco, responsabile del servizio di medicina legale dell’Asl 02 Abruzzo. I carabinieri del Ris hanno iniziato le loro analisi cominciando dal Fiat Fiorino, parcheggiato in maniera anomala nel vialetto d’ingresso della casa dei campagna, utilizzato dal pensionato nei suoi quotidiani spostamenti.