Negli interrogatori degli arrestati dell’operazione “Satellite”, collegata forse all’omicidio di Alessandro Neri, tre dei sei indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip del tribunale di Pescara Di Carlo.
Ieri mattina, 16 gennaio, Jordan Insolia, Marco Lapenta e Christian De Sanctis non hanno risposto alla domande del giudice per le udienze preliminari Antonella Di Carlo e al pubblico ministero Luca Sciarretta nè sull’attività di spaccio di sostanze stupefacenti nè sul delitto di Alessandro Neri, il giovane di 28 anni di Spoltore trovato senza vita l’8 marzo del 2018 in zona Fosso Vallelunga a Pescara.
Si tratta di tre dei sei arrestati nell’ambito dell’operazione “Satellite” che ha preso il nome dal quartiere San Donato dove, secondo l’accusa, gli indagati gravitavano e portavano avanti le loro attività illecite, in primis il traffico di sostanze stupefacenti. Insieme a Insolia, Lapenta e De Sanctis sono finiti in manette per reati che vanno dalla detenzione ai fini di spaccio di droga, all’estorsione, dal porto e detenzione di armi comuni da sparo al danneggiamento di un’autovettura.
Secondo gli inquirenti l’omicidio di Alessandro Neri è maturato in quegli ambienti e che il giovane di Spoltore aveva un ruolo nelle attività illecite nelle quali investiva denaro e conoscenze.
Dalle intercettazioni telefoniche è emerso che Neri, molto amico di Junior Insolia (fratello di Jordan), avrebbe acquistato insieme a quest’ultimo una pistola calibro 9 della quale non si è disfatto per onorarne la sua memoria.
Domani sono previsti gli interrogatori di Junior Insolia e Flaviano Spinelli il quale sarebbe il principale fornitore di droga degli arrestati, soprattutto hashish e cocaina.