Non si esclude nulla nell’indagine per l’omicidio di Alessandro Neri, nemmeno i legami famigliari con il Venezuela, ed intanto entra nel vivo la fase dei rilievi scientifici.
Domani mattina l’esame autoptico affidato al medico legale Christian D’Ovidio, mentre tra oggi e domani arriveranno da Roma gli specialisti del Ris che effettueranno due sopralluoghi, uno sul luogo dove mercoledì é stata trovata la cinquecento rossa della vittima, e l’altro sul luogo dove é stato trovato il cadavere. Intanto si cerca di ricostruire quanto accaduto tra la giornata di lunedì, quando Alessandro ha accompagnato la madre a fare la spesa e l’ha lasciata nella loro villa in Via Londra a Villa Raspa di Spoltore, ed il pomeriggio di ieri quando i cani molecolari della Protezione Civile, una volta individuato un punto di riferimento, grazie alle celle telefoniche, nei pressi del cimitero di San Silvestro, si sono diretti senza tentennamenti, verso il luogo dove é stato trovato il cadavere, tra un sentiero sterrato ed il piccolo torrente di Fosso Vallelunga, con le gambe in acqua ed il tronco fuori. Ultimo contatto diretto con la madre lunedì pomeriggio, poi, non vedendolo rientrare per la notte, immediato é scattato l’allarme. Le ricerche, affidate ai carabinieri, ma anche ai tanti amici di Alessandro, tra cui molti ragazzi della Curva Nord che hanno partecipato attivamente alle perlustrazioni, hanno portato ad un primo inquietante risultato: il ritrovamento della sua 500 rossa in Via Mazzini, mercoledì mattina, nei pressi della pizzeria Maruzzella. Il titolare della pizzeria ha dichiarato agli inquirenti che quella automobile martedì non c’era, versione confermata dalle poche immagini raccolte dalle telecamere a circuito chiuso che testimoniano il solo passaggio della vettura, la mattina presto di mercoledì. A guidarla era Alessandro che l’ha parcheggiata lì per salire, magari, a bordo di un’altra automobile? O il suo presunto assassino, magari dopo aver abbandonato il corpo a Fosso Vallelunga? Una risposta, in tal senso, la potrà dare l’esito dell’autopsia, visto che da una sommaria ricognizione cadaverica, viste le basse temperature di questi giorni che hanno garantito una buona conservazione, non é stato possibile individuare un orario preciso della morte. Di certo ad uccidere Alessandro é stato uno o più colpi di pistola in petto, una modalità molto simile ad una vera e propria esecuzione. Ma Alessandro, a detta di chi lo conosceva bene, era un ragazzo tranquillo senza grilli per la testa o amicizie ambigue, dedito al lavoro, insieme alla madre e al nonno nella nota azienda vitivinicola “Il Feuduccio” di Orsogna, e ben voluto da tutti per la sua mitezza e generosità. Stamane, sul cancello della Villa in Via Londra, ancora affisso il cartello per tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche con su scritto “Questa é la casa di Ale”, mentre la madre, Laura, sfoga la sua ira sui social con un eloquente post: “Ale ti hanno ucciso, Ale con un colpo di pistola…a chi lo ha premuto il grilletto domando: hai una mamma?”