Omicidio Pescara: Thomas ucciso con 25 coltellate. Si era allontanato da una comunità

Thomas Christopher Luciani, l’adolescente trovato riverso tra le sterpaglie adiacenti il Parco Baden Powell a Pescara, è stato ucciso con 25 coltellate. Figli di carabiniere e avvocato i due presunti responsabili: “nessun segno di pentimento”. Il delitto maturato per 250 euro di debito per droga. Il ragazzo ucciso si era da poco allontanato da un comunità

Un omicidio efferato. Stando alle prime ricostruzioni, Thomas Christopher Luciani 17 anni da compiere, residente a Rosciano, sarebbe stato raggiunto da 25 coltellate. Il corpo della vittima è stato trovato ieri sera all’interno del parco Baden Powell a Pescara. Da quanto si è appreso, nel tardo pomeriggio un gruppetto di 7-8 ragazzi ha raggiunto il parco. Poi due di loro sono entrati e hanno incontrato il 16enne. Raggiunta una zona non sorvegliata, lo hanno colpito ripetutamente con un coltello, presumibilmente da sub, viste le lesioni riportate dal ragazzo. I due ragazzi avrebbero continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All’origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250.

DOPO L’OMICIDIO IL BAGNO IN SPIAGGIA – Dopo averlo abbandonato tra le sterpaglie i due si sono allontanati.  Il gruppo, poi, è andato al mare, in uno stabilimento balneare del centro. Lì, stando alle testimonianze raccolte, sarebbe stato abbandonato il coltello. L’arma, al momento, non è stata trovata e vanno avanti le ricerche dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco.

IL “PENTITO” E I DUE FERMI – A lanciare l’allarme sull’omicidio di Thomas Luciani, alcune ore dopo i fatti, secondo  quanto appreso, è stato uno dei giovani che facevano parte del gruppo insieme ai due indagati, dopo aver compreso la gravità dell’accaduto. A quel punto, il rinvenimento del cadavere e l’avvio delle indagini, che in poche ore hanno consentito di individuare i presunti responsabili: i due minorenni fermati sono il figlio di un avvocato e il figlio di un maresciallo comandante di una stazione locale di un comune della provincia di Pescara. Determinante, nel lavoro certosino condotto dagli investigatori della squadra Mobile, diretti dal vice capo Mauro Sablone, oltre alle testimonianze, anche la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti al parco e allo stabilimento balneare.

PRIMO INTERROGATORIO, NESSUN PENTIMENTO – I due ragazzi fermati non avrebbero tradito emozioni durante il primo interrogatorio: al momento non ci sono state reazioni particolari, in sostanza c’è stata assenza di empatia emotiva o pentimento, questo al momento, nei prossimi giorni si vedrà se a determinare questo stato è lo choc e ci saranno cambiamenti emotivi. Lo si apprende da fonti investigative. I due presunti omicidi sono liceali figli di buona famiglia, inseriti socialmente. Dalle fonti vicine al Tribunale emerge che alla base del delitto ci sarebbe un probabile debito di “stupefacente di cui fanno uso ragazzi di quella età” che i due avrebbero dovuto alla vittima per cessioni precedenti: si parla di circa 250 euro. Viene definito “fondamentalmente di persone apparentemente normali” il contesto sociale che contraddistingue sia la vittima che i due presunti omicidi, di un anno più piccoli, tutti e tre cittadini italiani. Le indagini sono coordinate da ieri sera, dal capo della Procura per i minorenni dell’Aquila, David Mancini, e dal sostituto Angela D’Egidio, che ieri hanno fatto un sopralluogo nella zona dove è maturato l’omicidio. I due ragazzi sono in stato di fermo in centri di prima accoglienza: entro quattro giorni ci sarà l’udienza di convalida.

“NON CONOSCEVO LA VITTIMA” – Uno dei due fermati per l’omicidio di Thomas Luciani durante il primo interrogatorio che si è svolto oggi presso la questura di Pescara ha affermato di non aver mai conosciuto la vittima, ma solo di sapere chi fosse. Ma è tutta la ricostruzione dei fatti ad avere ancora lati molto oscuri, anche perché si ha a che fare con le deposizioni di ragazzini alcuni dei quali vengono descritti sotto choc. Poco chiara anche la dinamica dell’omicidio, ferme restando le 25 coltellate, chi sia stato a sferrarle o se ci sia stata una cooperazione. Così come stanno emergendo dubbi sul movente economico del delitto, chi deve a chi e quanto. I due ragazzi intanto dopo la chiusura dell’interrogatorio sono stati trasferiti uno presso la struttura dedicata all’accoglienza presso il Tribunale dei Minori dell’Aquila, l’altro presso una struttura analoga nel centro di Roma.

THOMAS SI ERA ALLONTANATO DA UNA COMUNITÁ IN MOLISE  – Thomas Luciani era fuggito venerdì scorso dalla comunità di Isernia dove era su disposizione dei giudici a seguito di una piccola condanna per piccoli reati. Il ragazzo ucciso ieri sera era stato quindi qualche giorno allo sbando. Nel programma rieducativo doveva frequentare un laboratorio per parrucchieri a Campobasso. Secondo quanto si è appreso negli ultimi due anni il ragazzo aveva dato qualche problema anche ai servizi sociali di Rosciano, il paese del pescarese dove viveva dall’età di tre anni con la nonna dopo essere stato abbandonato dai genitori. “Una comunità sconvolta”, ammette il sindaco di Rosciano Simone Polozzi. Thomas era molto conosciuto dalle
strutture comunali di Rosciano, e secondo quanto appreso era considerato un bambino fragile e con problemi, “segnato dalla
vita, ma fin quando è stato seguito da noi era sotto controllo”, spiegano. Poi l’adolescenza, tanto che le sue fughe da casa negli ultimi tempi erano frequenti, specie da quando aveva iniziato le scuole a Pescara. Chi ha sentito la nonna parla di una donna distrutta, avvertita poco prima di mezzanotte della scorsa serata di quanto accaduto.
Le ipotesi sul suo ritorno a Pescara (forse con il cellulare in dotazione) da clandestino sono quindi legate a regolamento di eventuali conti precedenti a febbraio scorso, periodo nel quale era stato assegnato alla comunità di Isernia. La comunità aveva denunciato il suo mancato rientro già da venerdì. “La cosa che non ti aspetti – è il laconico commento del sindaco Palozzi – è che quello che doveva essere un carnefice è diventato una vittima di soggetti di una società apparentemente con più certezze di lui, quelli che vengono chiamati dei ragazzi perbene”.

L’ALTRO ALLONTANAMENTO DA CASA – La giovanissima vittima fu infatti protagonista di un altro episodio di cronaca nei mesi scorsi. Nel novembre del 2023 Thomas Christopher si allontanò dall’abitazione di famiglia, a Rosciano. Scattò, su denuncia dei genitori, il dispositivo di ricerche da parte di due Prefetture, Pescara e Chieti. Poi Thomas Christopher venne ritrovato in buono stato di salute a Pescara.

IL COMUNICATO DELLA QUESTURA DI PESCARA

Ieri sera, verso le ore 21, la Polizia di Stato è intervenuta presso il parco pubblico Robert Baden Powell, sito in via Raffaello, a ridosso del centro cittadino di Pescara, dove era stato segnalato l’accoltellamento di un ragazzo.
Sul posto, gli equipaggi della Squadra Volante hanno rinvenuto, nella parte retrostante del parco, in mezzo a dei cespugli dietro il campetto di calcio, il corpo privo di vita di un ragazzo, un minore italiano, di 16 anni, con evidenti segni di ferite da taglio.
Immediatamente è stata avviata l’attività investigativa ed è stato informato il Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica di Pescara, dott. Gennaro Varone, che si è recato sul posto insieme al Procuratore Capo della Repubblica di Pescara, dott. Giuseppe Bellelli. Appena si sono palesate le possibili responsabilità di minorenni, sul luogo del delitto sono intervenuti il Procuratore Capo presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila, dott. David Mancini e il Pubblico Ministero Minorile di turno, dr.ssa Angela D’Egidio, unitamente alla polizia giudiziaria della Questura di Pescara ed al medico legale, dott. Cristian D’Ovidio.
Le indagini avviate subito dopo il ritrovamento del corpo della giovane vittima, sono state condotte da personale altamente specializzato della Squadra Mobile pescarese, dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e dalla Polizia Scientifica. È stato così possibile identificare la vittima e ricostruire la dinamica di quanto accorso, in particolare le cause che hanno determinato l’efferato evento omicidiario da ricondurre ad un diverbio connesso alla gestione di sostanze stupefacenti. La vittima sarebbe stata attirata in una zona non sorvegliata retrostante il parco e poi colpita ripetutamente con un’arma da taglio nelle parti vitali del corpo.
Tali accertamenti maturavano nell’ambito del raccordo operativo tra la Procura ordinaria di Pescara e la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila. Infatti, il Pubblico Ministero di turno della Procura Minorile ed il suo Procuratore Capo, dopo il sopralluogo sul luogo del delitto, si recavano presso gli uffici della Questura di Pescara – Squadra Mobile, procedendo a sentire i testimoni per tutta la notte fino alla mattinata di oggi ed a analizzare tutti gli elementi utili.
Le sinergie operative hanno consentito di imprimere una svolta significativa alle indagini con l’acquisizione delle immagini di sorveglianza presenti nella zona antistante del parco e in prossimità di uno stabilimento balneare dove tutti i componenti del gruppo si sono recati dopo l’efferato crimine.
È utile segnalare anche la cooperazione dei reparti investigativi della Questura di Pescara (Squadra Mobile, le Volanti e la Polizia Scientifica) che hanno fornito ai magistrati inquirenti elementi investigativi utili a determinare il provvedimento di fermo di due ragazzi minorenni gravemente indiziati del delitto.
La drammatica vicenda, fin dalle prime battute, ha evidenziato un incredibile disagio giovanile, una sorprendente carenza di empatia emotiva ed una palese incapacità di comprendere l’estremo disvalore delle azioni commesse.
Questi atteggiamenti disfunzionali meritano ampio approfondimento, al pari della necessaria ricostruzione delle dinamiche e responsabilità. A tal fine sono dirette le attività investigative in corso, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila.

 

IL COMITATO PER L’ORDINE E LA SICUREZZA

A meno di ventiquattro ore dall’efferato omicidio avvenuto nel Comune di Pescara si è tenuto nel pomeriggio, convocato dal prefetto Ferdani, il Comitato Provinciale per l’Ordine e Sicurezza Pubblica, nel corso del quale sono stati esaminati alcuni specifici profili sulla dinamica del crimine.
Il prefetto ha ringraziato le forze dell’ordine e in particolare la Polizia di Stato per l’attività svolta che ha permesso di individuare in tempi rapidissimi i presunti responsabili del delitto. Nella riunione di Comitato è stato fatto il punto sull’andamento e sugli esiti dei controlli ordinari e straordinari disposti nelle aree sensibili della città condivisi nei precedenti Comitati, in cui si è deciso l’aumento del numero delle forze di Polizia e delle attività di controllo e sorveglianza della zona.
Tale potenziamento, attuato sia attraverso servizi coordinati da parte della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale, sia sulla base dei servizi di istituto disposti in autonomia dalle singole forze, è in corso da tempo in quanto la questione della sicurezza è continuamente all’attenzione del Comitato ed è monitorata dalla Prefettura, dalle Forze dell’Ordine e dal Comune.
Nell’incontro odierno è stata concordata la massima intensificazione dell’azione di prevenzione generale su tutto il territorio della città, con servizi straordinari da parte dei Reparti Speciali delle Forze di Polizia finalizzati a prevenire e contrastare il commercio illegale di droghe e il possesso di sostanze illecite nonché di rafforzare ulteriormente le attività e il numero delle Forze di Polizia grazie anche ai rinforzi assicurati per il periodo estivo dal Ministero dell’Interno nell’ambito del piano di potenziamento dei servizi di vigilanza estiva.
Tali attività, come concordato nel corso della seduta di Comitato, saranno ulteriormente portate avanti da tutte le autorità competenti, mediante valorizzazione e rafforzamento di ogni attività utile a realizzare una sempre migliore vivibilità della città. All’incontro presieduto dal prefetto hanno partecipato il sindaco di Pescara, il questore, i comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza insieme al comandante della Polizia Locale di Pescara.

 

L'autore

Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.