Sollecitato da alcuni cittadini, il consigliere regionale Antonio Blasioli ha effettuato una visita ispettiva all’ospedale San Massimo di Penne. Nell’incontro con medici e infermieri, il problema numero uno rimane la carenza di organico.
E’ stata una visita particolare a causa delle norme anti Covid. Il consigliere regionale Antonio Blasioli, infatti, non è entrato nei reparti, ma ha comunque incontrato medici e personale sanitario. L’urgenza più impellente riguarda la carenza di organico: situazione comune al reparto di medicina e a quello di chirurgia, ma anche a radiologia. La visita di Blasioli diventerà una interpellanza da presentare in consiglio regionale.
“Sollecitato dai cittadini di Penne, – ha detto Blasioli – mi sono recato all’Ospedale San Massimo del capoluogo vestino per svolgere una visita ispettiva, un po’ “particolare” per le limitazioni imposte dalla situazione Covid che non consentono di girare all’interno dei reparti. Ho preferito restare fuori per evitare complicazioni, ma nello stesso tempo ho avuto occasione di parlare con diversi responsabili e operatori, che ringrazio per la voglia di contribuire al miglioramento della sanità vestina“
“Ciò che mi ha colpito – ha spiegato Blasioli – è il funzionamento dell’Ospedale. Il primo aspetto attiene alla carenza di organico, situazione comune al reparto di medicina e a quello di chirurgia, ma anche a radiologia.
Il reparto di Medicina non ha un direttore, se non il facente funzioni Dott. Dante Orlando. E’ facente funzioni dal 2018, ma ciò che più colpisce è la presenza ad oggi di soli 4 medici (di cui due, per valide ragioni, impossibilitati ad eseguire il turno notturno).
Questo significa che per i turni di guardia interdivisionali, cioè le notti e i festivi, i due medici debbano turnarsi tra di loro. Fino a qualche tempo fa i turni si ripartivano su 14 medici. E’ una situazione in spregio a qualsiasi previsione di legge e alla direttiva europea sui limiti orari di lavoro e già questo sarebbe valido per farne un argomento di denuncia pubblica, ma lo è ancor di più per la sicurezza degli utenti.
Ciò lede la dignità del lavoro dei medici – ha detto infine il consigliere regionale -, contravviene alla legge ma è soprattutto un pericolo per i pazienti, curati da medici sicuramente affaticati da questo continuo impegno”.