Ospedale Penne: il Tar respinge il ricorso del Comune contro il piano di riordino della rete ospedaliera stabilito dalla Regione.
In particolare il Comune si era rivolto al Tribunale Amministrativo per chiedere l’annullamento delle delibere 55 e 79 del 2016 del Commissario ad Acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi in ambito sanitario, ed in particolare dell’approvazione del documento tecnico sul riordino della rete ospedaliera della Regione Abruzzo. Secondo questo documento l’ospedale di Penne, lo ricordiamo, andrà verso un declassamento a “ospedale in zona particolarmente svantaggiata”. Il Comune, rappresentato dai legali Claudio e Matteo Di Tonno, si é opposto a questo piano chiedendo ai giudici d’intervenire in merito ad una serie di presunte violazioni e forzature normative fondate su eccesso di potere e difetti di motivazione oltre all’infondatezza di alcune valutazioni tecniche sui dati del nosocomio stesso. Dopo una ricostruzione storica e dettagliata di come la Regione Abruzzo, su sollecitazione del Governo, é stata costretta a prendere una serie di provvedimenti per rientrare dai macroscopici disavanzi della sanità, i giudici del Tar Abruzzo sono giunti ad una censura pressocchè totale di tutti i punti di contestazione evidenziati dal ricorrente, escludendo l’ipotesi di eccesso di potere rispetto ad un assetto emergenziale che si é venuto a creare, e ritenendo del tutto infondate le ragioni, anche tecniche, secondo le quali il provvedimento a carico anche dell’ospedale di Penne andava annullato. Sulla base di queste motivazioni contenute nel dispositivo di sentenza pubblicato ieri, il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo (Sezione Prima), rigetta il ricorso 426 del 2016, dichiara improcedibile in parte e respinge in un’altra il ricorso 517 del 2016 e nel compensare le spese di lite, ordina l’immediata esecuzione della sentenza.
height=315L’assessore regionale alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci, commentando le due sentenze pronunciate dal Tar Abruzzo sui ricorsi presentati dai Comuni di Penne e Popoli (per il quale il Tar si era espresso in modo analogo lo scorso 13 luglio), relativi ai decreti commissariali di riordino della rete ospedaliera afferma che ” Le due sentenze del Tar Abruzzo, che con autorevoli e approfondite motivazioni sia sul merito, che sulle istruttorie delle scelte, hanno rigettato i ricorsi sui presidi di Popoli e Penne, dimostrano come l’intero processo di riordino della rete ospedaliera nella nostra regione, non si e’ basato sul rispetto acritico della normativa nazionale, vincolante con due leggi statali, ma sulla necessita’ di garantire assistenza sanitaria ai nostri cittadini, secondo parametri di sicurezza, qualita’ ed efficacia delle cure. Finalmente e’ stata ristabilita la verita’ dei fatti e scritta la parola fine su 3 anni di polemiche strumentali, senza alcun fondamento, che agitavano le spettro di tagli che non ci sono mai stati. Pronunce che fanno giustizia sulle critiche e le censure che ci erano state rivolte di essere stati superficiali, approssimativi e inadeguati nella elaborazione dei Piani di riqualificazione della rete ospedaliera e della rete emergenza urgenza, arrivando anche all’accusa grave e strumentale di mettere a rischio, con la nostra programmazione, la sicurezza della vita delle persone. La accurata istruttoria del Tribunale Amministrativo Regionale, al contrario, ha saputo motivare come la Regione sia stata capace di conciliare il necessario adeguamento a obblighi e disposizioni nazionali, con un rinnovato e moderno assetto organizzativo, in grado di rispondere ai nuovi bisogni assistenziali, ai cambiamenti epidemiologici e soprattutto creando le basi, attraverso la concentrazione dei volumi di attività ospedaliera, di un migliore esito e qualità delle cure nei centri di riferimento. Non solo: i magistrati hanno anche stabilito come non ci sia stato alcun taglio dei posti letto, che anzi sono aumentati. Vorrei fossero chiari due aspetti, che considero importanti: non ci sono strutture che chiudono, ma ci sono strutture che vengono riqualificate. Abbiamo portato avanti questa riconversione non per risparmiare, perche’ ci attendono investimenti importanti in sanita’, ma per utilizzare bene il capitale umano, le risorse professionali e le strutture ospedaliere e territoriali. Il secondo aspetto e’ che l’atto programmatorio della rete ospedaliera, che ci ha consentito di salvare anche presidi a rischio di chiusura, e’ solo un punto di partenza. Verra’ implementato con successivi provvedimenti attuativi e migliorativi, che saranno destinati a regolamentare nel dettaglio le vocazioni specifiche di ogni singolo nodo della rete e l’attuazione di una vera integrazione ospedale territorio per la continuità assistenziale dei nostri pazienti”.