Il WWF Abruzzo, Salviamo l’Orso, Orso and Friends, Dalla Parte dell’Orso, Lipu Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Italia Nostra Abruzzo, CAI Abruzzo, Fare Verde Abruzzo, Mountain Wilderness, Comitato Salviamo il Parco Sirente Velino lanciano un appello al presidente della Regione Marco Marsilio e ai Parlamentari abruzzesi chiedendo di scongiurare la riduzione del Parco regionale Sirente Velino.
Non si ferma la mobilitazione contro la riduzione del Parco regionale Sirente Velino, le Associazioni ambientaliste e il Comitato dei cittadini “Salviamo il Parco Sirente Velino” chiedono un intervento della politica e chiamano in causa il Presidente della Regione Abruzzo e i Parlamentari abruzzesi.
In una nota congiunta le associazioni spiegano che “Come più volte ricordato, il Parco, come ogni area protetta, è un bene di tutti e appartiene a tutti gli abruzzesi e per questo il Presidente non può non prendere una posizione in difesa dell’unica area protetta regionale. Allo stesso tempo, si richiede un intervento di chi è chiamato a rappresentare gli abruzzesi negli organi dello Stato, perché non dimentichino di prendere posizione a favore della natura della nostra Regione.
La proposta di legge
Con la DGR n. 333C del 15/6/2020 la Giunta della Regione Abruzzo ha approvato la proposta di legge in oggetto che prevede, oltre a una revisione dell’articolato della disciplina del Parco, anche la proposta di riduzione dei confini dello stesso di circa 8000 ettari nel territorio soprattutto nella Valle Subequana, ma anche sull’Altopiano delle Rocche.
Nella delibera si afferma che “la modifica dei confini, così come proposta dai Comuni, non incide sulle peculiarità ambientali e naturalistiche del territorio, che gode comunque delle tutele previste dalle misure di conservazione generali e sito-specifiche per le Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e per la Zona di Protezione Speciale (ZPS), ricadenti nel territorio del Parco”. Non risultano studi, evidenze scientifiche e di gestione che possano supportare tale deliberazione. E soprattutto se nelle aree interessate dal taglio ci sono Siti di interesse comunitario, a suo tempo individuati dalla Regione stessa, validati dal Ministero dell’Ambiente e istituiti dall’Unione Europea, è evidente che siano presenti peculiarità ambientali e naturalistiche da proteggere, altrimenti i siti stessi non sarebbero stati istituiti.
L’abbandono amministrativo del Parco regionale
Il capitale naturale deve essere gestito scientificamente coinvolgendo le popolazioni locali in azioni di tutela e valorizzazione della flora, della fauna e del patrimonio storico e artistico dell’intero comprensorio del Parco, rendendole artefici del riscatto economico e sociale.
Il Parco regionale del Sirente Velino negli anni è stato un esempio di abbandono amministrativo: commissariato dal 2015, lo era stato per diverso tempo anche in precedenza, praticamente realizzando più anni in gestione di commissariamento o con presidenti facenti funzioni che in amministrazione ordinaria. Ha subito molti attacchi anche dal punto di vista territoriale, nel 1998, nel 2000 e nel 2011 sono stati già tagliati molti ettari, creando l’attuale perimetro se non altro poco funzionale alla continuità ambientale visto che all’interno c’è un cuneo di territorio non protetto che si insinua all’interno del Parco stesso. Manca il Piano di gestione, strumento fondamentale per intervenire nel territorio anche con azioni di promozione e incentivazione, che aspetta da 3 anni di essere approvato dalla Regione Abruzzo. L’attuale legislatura ha la possibilità di ribaltare questa situazione e segnare un cambiamento, non perda questa occasione per farlo.
La movimentazione
Le richieste vengono condivise e caldeggiate da più parti. La petizione on-line lanciata delle Associazioni ha superato le 85.000 firme in pochi giorni (e il numero continua a crescere) un segnale di interesse e di attenzione verso la gestione delle aree protette che non può essere ignorato dall’Amministrazione regionale. La Regione Abruzzo è conosciuta e riconosciuta nella forte identità della sua natura protetta e ben conservata, le persone chiedono che questa natura non venga compromessa da scelte politiche che ormai appartengono al passato e a gestione fallimentari.
Cinquanta personalità della scienza e della cultura abruzzesi e italiane hanno firmato un appello rivolto al Presidente della Regione Marco Marsilio e all’Assessore Emanuele Imprudente per scongiurare la riduzione del Parco regionale Sirente Velino. Tra i firmatari ci sono gli ambientalisti storici italiani, il primo è Fulco Pratesi, ma anche chi racconta l’Abruzzo attraverso la cronaca giornalistica o i romanzi, professori e rettori universitari, giornalisti, scrittori, presidenti di aree protette, personalità accademiche e del mondo della cultura tra le più note si sono mobilitate per il Parco Sirente Velino.
È nato un comitato locale di cittadini che vuole far sentire la propria voce dal territorio per dire che non tutti vogliono uscire dal Parco o vederlo ridotto e tal fine ha organizzato lo scorso 24 luglio un sit in molto partecipato a Rocca di mezzo”.
Le richieste delle Associazioni e del Comitato
“Le Associazioni e il Comitato dei cittadini chiedono che le energie degli amministratori del territorio vengano investite per far uscire il Parco dal commissariamento, nominando le giuste figure apicali, come un presidente di profilo nazionale capace di dare al nostro Parco il giusto posto che merita tra le aree protette nazionali, che si proceda all’approvazione del Piano d’assetto e si lavori su proposte concrete anche di sviluppo economico che siano in grado di coniugare le reali esigenze del territorio e delle sue imprese e la salvaguardia ambientale.
La mobilitazione messa in atto ha spostato la questione in un ambito di discussione nazionale e non più solo locale, pertanto le Associazioni e il Comitato chiedono un confronto con il Presidente della Regione Abruzzo, ma anche con chi rappresenta la nostra Regione nelle sedi istituzionali, non si può procedere con la scelta della riduzione del Parco che non è condivisa da moltissimi cittadini, senza passare per un tavolo di lavoro ampio, condiviso e basato su evidenze scientifiche”.