Penne, lavoratori della moda in sciopero

Puntare sulla qualità anziché inseguire il lavoro a basso costo di Paesi lontani: il messaggio arriva dalla piazza centrale di Penne; i lavoratori della moda – in numero minore rispetto alle aspettative – scioperano contro il mancato rinnovo del contratto.

Mentre nelle sale cinematografiche fa discutere l’ultimo film di Michele Placido “7 MINUTI”, in cui l’erosione dei diritti evidenzia il dramma delle lavoratrici, a Penne, per ragioni analoghe, scende in piazza il Polo della Moda. Le segreterie nazionali di Filctem Femca Uiltec hanno proclamato lo sciopero di 8 ore per il mancato rinnovo del Contratto Nazionale per le aziende del Tessile e dell’Abbigliamento. A sei mesi dalla scadenza del Contratto, la trattativa si è interrotta per indisponibilità delle parti. Oggetti del contendere sono soprattutto il paventato blocco degli incrementi salariali, la riduzione dei diritti e altre richieste definite irricevibili. Da una parte l’impresa, che vorrebbe inserire nel CCNL la disciplina in materia di organizzazione del lavoro e ridurre il potere della contrattazione aziendale, dall’altra i sindacati, per i quali la contrattazione aziendale territoriale resta il fulcro del confronto sui temi legati alla produttività. Ma in discussione, secondo i manifestanti e le organizzazioni di settore di Cisl, Uil e Cgil, c’è anche lo stesso ruolo negoziale delle Organizzazioni Sindacali territoriali e delle R.S.U. Secondo i lavoratori l’azienda datoriale SMI, Sistema Moda Italia, sembra interessata solo a ridurre diritti e salari attraverso l’affermazione di un nuovo modello contrattuale.
Oggi, 21 novembre, i lavoratori del settore tessile e dell’abbigliamento dell’Abruzzo, ma soprattutto quelli della locale Brioni Roman style, si sono dati appuntamento a Penne per uno sciopero di 8 ore e una manifestazione regionale alla quale è intervenuto, in rappresentanza delle tre sigle sindacali, il segretario nazionale della Femca Cisl Mario Siviero.

“Lo sciopero – dicono i sindacati – non si fermerà a Penne ma continuerà con una manifestazione nazionale, perché dopo anni di lavoro condiviso non si possono negare i diritti per garantire competitività alle aziende trascurando l’importante discussione sull’industria 4.0 che attraversa, da nord a sud, il Paese. Dopo oltre 20 anni il settore torna allo sciopero e lo fa in difesa del CCNL un comparto dove la contrattazione di 2° livello, per cultura e per dimensione aziendale, stenta ad affermarsi. Per Filctem-Femca-Uiltec è irrinunciabile il ruolo regolatore e l’autorevolezza salariale del contratto nazionale e si impegnano a mettere in campo tutte le iniziative sindacali e mediatiche utili alla ripresa e alla positiva conclusione del confronto. Anche le lavoratrici e i lavoratori della Moda hanno diritto a vedere rinnovato il loro contratto nazionale di lavoro”.

                                     

 

IL SERVIZIO DEL TG8:

 

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Marina Moretti: