Ancora una situazione di assoluto disagio alle case popolari di Via Caduti per servizio, nel quartiere Fontanelle, dove, a causa dei lavori partiti in ritardo, i residenti sono costretti a vivere tra infiltrazioni e degrado.
A segnalare, per l’ennesima volta, lo stato di assoluta emergenza il consigliere regionale uscente del M5S Domenico Pettinari che, stamane, ha convocato la stampa per mettere in luce una situazione dai contorni paradossali. Dopo mesi e mesi di sollecitazioni finalmente l’Ater da seguito alla procedura per lavori di manutenzione straordinaria. Lavori, però, fermi da prima di Natale e residenti, in particolare in questi ultimi giorni di freddo e pioggia, alle prese con infiltrazioni, muffa sui muri, e perfino pioggia dal soffitto. Si tratta di nuclei famigliari prevalentemente composti da gente anziana, tra cui diversi disabili.
“Siamo alle solite – ci riferisce Nello Raspa dell’Associazione Insieme per Fontanelle – ricevo quotidianamente segnalazioni di residenti costretti a vivere tra bacinelle sul pavimento per raccogliere l’acqua che scende dal soffitto, in un caso, addirittura, un’anziana immobilizzata al letto che le piove sulla testa. Per non parlare di infiltrazioni sulle pareti, una situazione decisamente peggiorata rispetto a prima nonostante, dopo le pressanti sollecitazioni, siano partiti i lavori.”
Ed è proprio questo l’aspetto paradossale. Abbiamo provato a parlare anche con alcuni rappresentanti delle ditte che si sono aggiudicate i lavori:
“Il bando è stato assegnato a febbraio dello scorso anno – ci riferisce un geometra – ed invece di consegnarci i lavori a marzo, come si converrebbe, l’Ater ha atteso la piena estate quando tra cantieri da riconsegnare e la pausa di agosto, era da parte nostra impossibile partire. Abbiamo per questo iniziato a settembre andando inevitabilmente incontro alla stagione fredda con temperature che non ci consentono di eseguire le opere a regola d’arte, per non parlare di anomalie sul progetto che ci è stato affidato e sul quale non possiamo nemmeno apportare modifiche.”
“Capisco le ragioni delle ditte – precisa Raspa – ma se avessero terminato i lavori entro i 90 giorni, avendo iniziato a settembre, avrebbero evitato di incorrere nel periodo più freddo dell’anno, ed invece ora a pagare le conseguenze sono i residenti.”