Al Mediamuseum di Pescara domani, 20 aprile, conversazione su Aldo Manuzio organizzata dalla Fondazione Edoardo Tiboni, dall’Istituto nazionale di Studi crociani e dalla delegazione pescarese dell’Associazione italiana di Cultura classica.
L’incontro, con ingresso libero, avrà inizio alle ore 18 e rientra nel ciclo di conversazioni di Attualità culturale in dialogo (terza annualità). Luigi Bravi, docente di Teatro e drammaturgia antica all’Università di Chieti-Pescara , Giovanbattista Benedicenti, professore associato di Filologia classica all’Università di Genova e Marco Presutti, docente e coordinatore dell’iniziativa, converseranno con Claudio Bevegni, curatore dell’edizione della Lettere prefatorie a edizioni greche di Aldo Manuzio (Adelphi 2017).
Gli organizzatori spiegano che “A Venezia «quasi una seconda Bisanzio» Aldo Manuzio concepì il progetto strardonariamente ardito di stampare i classici greci, il fondamento della cultura occidentale che per quasi un millennio aveva perduto la pratica della lingua ellenica. Un disegno rivoluzionario che comportava difficoltà tali da scoraggiare chiunque, giacché esigeva, oltre che un fiuto fuori del comune, collaboratori di prim’ordine e con competenze linguistiche per quell’epoca rare – persino a Venezia, dove pure viveva una florida colonia greca; e manoscritti, non meno rari, su cui fondare le edizioni; e incisori di eccezionale abilità tecnica, capaci di creare tipi che gareggiassero con la grafia dei più eleganti copisti. Senza contare la difficoltà forse maggiore: il numero, inevitabilmente ristretto, dei possibili acquirenti. Ma di fronte a questi scogli Manuzio non arretra: e vara il suo programma editoriale con la grammatica greca di Costantino Lascaris, procuratagli da uno scout d’eccezione, Pietro Bembo. Altre meraviglie seguiranno: dalla prima, monumentale edizione di Aristotele a Sofocle – proposto nel 1502 nel nuovo formato (i cosiddetti libelli portatiles) con cui ormai da un anno aveva genialmente ampliato il suo pubblico –, da Tucidide ed Erodoto a Euripide, Omero e Platone. Nei vent’anni della sua attività Manuzio riuscirà a imporre non soltanto un modello di editoria ammirato in tutta Europa, ma un modo nuovo di accedere ai testi, svolgendo così un ruolo che era stato sino ad allora prerogativa dei grandi maestri della letteratura e della filologia. Con questo libro, curato da Claudio Benegni, Adelphi propone la traduzione italiana delle lettere prefatorie in latino che Manuzio antepose all’edizione di questi volumi, un documento preziosissimo per conoscere fisionomia e svolgimento di un grande progetto editoriale che ha tracciato un solco fondamentale nella cultura europea”.