Alla luce del confronto sempre più acceso tra i residenti ed i gestori dei locali a Pescara spunta un’idea alquanto suggestiva, dirottare la Movida sui trabocchi.
La proposta giunge dai due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Fabrizio Rapposelli e Massimo Pastore che in una nota spiegano:
“Ne va riscoperta la loro importanza storico culturale, la loro straordinaria bellezza, il loro grande potenziale attrattivo, attraverso una specifica destinazione d’uso”. spiega Fabrizio Rapposelli “La prima ad aver puntato l’ attenzione sulle caratteristiche strutture pescaresi è la Regione Abruzzo, cui rivolgo un plauso – dichiara Rapposelli – perché attraverso le celebrazioni dannunziane ha permesso di rivalutare con intelligenza un prezioso patrimonio che ha letteralmente lasciato a bocca aperta pescaresi e visitatori. Una delle tappe del “Festival della Rivoluzione” maggiormente riuscita – precisa – curata nei minimi particolari, a partire dalla location d’eccezione”.
Ancora una volta D’Annunzio, che non poteva non essere il primo a raccontare la bellezza dei trabocchi, è ispiratore di idee.
“Rappresentano un punto strategico della nostra città – prosegue il consigliere Massimo Pastore – che va a nostro avviso valorizzato con un progetto ad hoc sensato e lungimirante capace di far emergere il suo potere di attrazione, per cittadini, visitatori occasionali e turistici. Penso alla ristorazione, ad attività culturali e didattiche e perché no alla movida”.
I due Consiglieri invitano il sindaco Carlo Masci
“ alla massima disponibilità ed apertura verso chiunque volesse proporre la realizzazione di valide attività. Ed esortiamo, imprenditori e proprietari degli stessi trabocchi, a valutare una nuova opportunità di utilizzo di queste esclusive costruzioni che tanto sarebbero in grado di offrire alla nostra città”.
Da originarie macchine da pesca, dunque, a veri e propri luoghi di richiamo d’interesse.
“Potrebbero davvero diventare il vero nuovo mondo della movida, tema di grande attualità – ricordano – permettendo così di uscire fuori dagli spazi angusti della cronaca che quasi sempre fanno scattare il riflesso condizionato della difesa ed alzano muri di incomunicabilità tra le parti interessate”. Propongo una riflessione sul tema – conclude Rapposelli – per un disegno coerente che tenga conto delle peculiarità dei trabocchi, dei fenomeni sociali, della gestione dell’ordine pubblico, della pluralità degli interessi, e della qualità della vita”.