L’associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede, agli enti preposti , quali effetti ha avuto la violenta pioggia della notte scorsa sul depuratore di via Raiale.
Quali sono stati effetti sono stati prodotti sulla qualità del mare di Pescara dal violento acquazzone che la notte scorsa ha colpito la città? Lo chiede formalmente al Comune, all’Aca, alla Regione Abruzzo, all’Arta e alla società che ha assunto oggi la gestione del depuratore di via Raiale “L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ .
A parlare è Armando Foschi, membro dell’Associazione, il quale in una nota afferma “Chiediamo di sapere se anche la notte scorsa, come ormai accade sempre dal 2015 a oggi a ogni pioggia, sia stato necessario aprire i bypass per evitare che il depuratore andasse in tilt per l’aumentato flusso di liquami verso l’impianto, scaricando quei liquami direttamente nel fiume e nel mare, e se siano state effettuate analisi immediate per valutare gli eventuali livelli di eschierichiacoli. Riteniamo che per ragioni di trasparenza sia giusto e necessario rendere noti tali dati immediatamente, anche per rendere consapevoli i 1.500 atleti impegnati nell’Ironman e che domani dovranno immergersi in quelle acque. Riteniamo che il sindaco Alessandrini, primo responsabile della tutela della salute umana, sia istituzionalmente e moralmente obbligato a informare la popolazione, assumendosi, in caso contrario, una grave responsabilità”. A dirlo è stato ‘Pescara – Mi piace’ che dal 2015 sta seguendo la vicenda balneabilità. Leggere stamane i proclami rassicuranti dell’assessore Scotolati circa la perfetta ‘salubrità’ delle acque del mare in cui 1.500 giovani si apprestano a nuotare onestamente ci ha lasciati interdetti, oltre che sconcertati, visto che l’assessore Scotolati e il sindaco Alessandrini sanno benissimo, o almeno dovrebbero sapere, cosa accade a Pescara da due anni ogni qualvolta cadono due gocce di pioggia. Appena lo scorso 20 e 21 maggio, pochi minuti di pioggia hanno determinato la necessità, da parte della ditta che oggi gestisce il depuratore di via Raiale, di interrompere il flusso di liquami verso l’impianto, per non mandarlo in tilt, aprendo il bypass a valle e scaricando quei liquami direttamente al fiume senza alcuna disinfezione, salvi i litri di acido peracetico immessi nei fossi. I dati di cui siamo venuti in possesso solo dopo diversi giorni, raccontano che il bypass è stato aperto sabato 20 maggio alle 15.15 e ha continuato a scaricare, ininterrottamente, sino alle 13.40 di domenica 21 maggio, dunque per 22 ore. Non conosciamo la quantità di liquami scaricati, ma sappiamo che l’Arta ha effettuato dei campionamenti di controllo dopo l’evento e che avrebbe riscontrato la presenza di un valore spaventoso di escherichiacoli, ben 6.400 a 100 metri a monte dallo scarico del depuratore, 12 volte superiore al limite consentito dalla legge. Notizie che, anche in quell’occasione, il sindaco Alessandrini non ha ufficializzato alla popolazione. Voci di corridoio dicono che l’episodio si sarebbe verificato di nuovo dopo pochi giorni, ma aspettiamo di acquisire i documenti ufficiali. Intanto, però, l’acquazzone della notte scorsa ha generato interrogativi e perplessità che pretendono una immediata replica istituzionale: in seguito e durante l’acquazzone, è stato necessario aprire i bypass a valle del depuratore per scaricare i liquami in eccesso ed evitare che, confluendo tutti all’impianto di via Raiale, quest’ultimo potesse andare in tilt? Ovvero, la notte scorsa è stato necessario attivare la stessa procedura utilizzata negli ultimi due anni in caso di pioggia? In caso di risposta affermativa, a che ora sono stati aperti i bypass e a che ora sono stati chiusi, se sono stati già chiusi? Qual è la quantità di liquami che si è riversata direttamente nel fiume, ovvero nel mare, senza passare dal depuratore, come invece prevede la legge? E, sempre in caso di sversamento, il Comune di Pescara ha attivato le procedure per far eseguire dei campionamenti urgenti al fine di verificare le condizioni del mare dopo lo sversamento, ossia per accertare il livello degli escherichiacoli, specie dopo le 6.400 unità riscontrate in un metro cubo d’acqua a 100 metri dal depuratore dopo le 22 ore di sversamento di maggio? L’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ sta ponendo interrogativi che interessano tutta la popolazione e che assumono un carattere emergenziale alla vigilia dell’Ironman, ovvero a fronte di una manifestazione sportiva di livello mondiale che domani ospiteremo e che vedrà 1.500 atleti tuffarsi e nuotare nel nostro mare, dunque è compito specifico delle Istituzioni garantire la balneabilità di quel mare a tutela della salute di quegli sportivi. Ovviamente i nostri quesiti sono rivolti al sindaco Alessandrini, in primis, ma anche a tutti gli Enti che vengono istituzionalmente informati di quanto accade al depuratore di Pescara, ovvero Aca Spa, Regione Abruzzo, Arta, Capitaneria di Porto, l’Azienda che gestisce il depuratore di via Raiale, Provincia di Pescara e azienda Ausl di Pescara, in questo caso tutte responsabili di quanto accade nel mare e della tutela della popolazione. A fronte di una ennesima mancata risposta, chiederemo ad altre Istituzioni di occuparsi della vicenda”.