Pescara: gli Ucraini aiutano i profughi in fuga dalla guerra

Giunti a Pescara i profughi ucraini si rimboccano le maniche e aiutano i propri connazionali dando una mano al centro di accoglienza di Portanuova, al Comune, alla Protezione Civile,alla Asl e alla Polizia Municipale.

L’assessore comunale alla Protezione civile Eugenio Seccia ci informa sullo stato di salute delle tre persone ( un bambino, sua madre e la nonna ) rimaste coinvolte nel tragico incidente di Cesena, sulla A14, dove ieri un pullman, diretto a Pescara, si è ribaltato e una giovane donna è morta.

Una famiglia pescarese è andata a prenderle a Forlì, sono state curate al Pronto soccorso dell’ospedale di Pescara e ora dimorano in un albergo di Montesilvano. Intanto nel centro di accoglienza di Pescara Portanuova, dove si effettuano i tamponi ai profughi che vengono identificati, i bambini disegnano e ringraziano i pescaresi. I fogli colorano le pareti dei locali e un gruppo di cittadini ucraini indossa una pettorina azzurra e aiuta i connazionali, Asl, Comune, Protezione Civile e Polizia Municipale.

Olena ci dice: <Loro vogliono ringraziare Pescara per l’accoglienza avuta>.  La piccola En, arrivata da Kharkiv con i suoi parenti e tre cagnolini, racconta che la città è stata distrutta e ci sono molte vittime e tanto dolore. Svetlana, la zia della bimba, si augura che questa guerra possa finire presto perché vuole tornare in Ucraina dove ha lasciato il marito a combattere.

C’è poi chi si ricongiunge ai parenti che già vivono da diversi anni in Abruzzo e c’è la solidarietà dei Pescaresi e degli Abruzzesi pronti a mettere a disposizione beni di prima necessità e ad accogliere nelle loro case i profughi oppure andarli a prendere, oltre alla macchina istituzionale.

L’assessore Seccia afferma che oltre 600 profughi sono arrivati a Pescara, solo ieri una settantina, e che per questo si sta azionando per cercare anche altre strutture idonee ad ospitare i profughi. Nel frattempo la struttura destinata alle vaccinazioni anti Covid-19 dei cittadini è esclusivamente quella di Palazzo Fuksas. 

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