Un dipendente della direzione provinciale dell’Inps di Pescara, per circa dodici anni è riuscito a manipolare a suo vantaggio l’orologio marcatempo. E’ stato licenziato e dovrà risarcire l’Ente.
Nei confronti del dipendente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, che dal 2004 al 2015 sarebbe stato l’autore delle indebite manipolazioni della rilevazione delle presenze orarie, oltre al licenziamento senza preavviso, impugnato davanti al giudice del lavoro, è arrivata anche la condanna dei giudici contabili della Corte dei Conti. L’uomo, pertanto, dovrà restituire all’Inps 42mila euro, oltre agli interessi legali.
I giudici hanno messo a confronto le timbrature effettive rispetto a quelle manualmente inserite o modificate dal dipendente il quale era solito entrare in ritardo, uscire in anticipo, assentarsi in pausa per la durata di ore, aggiustando poi le rilevazioni delle presenze a suo piacimento. Si sarebbe difeso dicendo che le doppie timbrature sul suo badge si verificavano ogni due, tre mesi per un ipotetico blocco del sistema di rilevazione delle presenze. L’Inps, invece, parla di manipolazioni quasi quotidiane che hanno provocato un danno in quanto il dipendente è stato pagato per prestazioni lavorative non rese e falsamente attestate. Avrebbe, inoltre, fruito di buoni pasto in mancanza dei requisiti contrattuali previsti. L’Inps, inoltre, per ricostruire i 12 anni di timbrature da parte del dipendente “infedele” ha dovuto dedicare risorse umane che dovevano essere impiegate per altri compiti.