Pescara: la favola di Romario Kacuri, giovane albanese arrivato in Italia su un barcone e dopo tante peripezie finalmente cittadino italiano.
Una bella storia, a lieto fine, di integrazione che fa riflettere quella di Romario Kacuri, oggi 21enne e finalmente cittadino italiano dopo la firma sul documento apposta giorni fa al Comune di Pratola Peligna alla presenza del sindaco Antonella Di Nino. Romario giunto piccolissimo in Italia, clandestinamente, con i suoi genitori a bordo di un barcone, ha vissuto un incredibile odissea, passando per istituti, assistenti sociali e case famiglia, fino al 18esimo anno di età quando le istituzioni avrebbero dovuto, per legge, segnalarlo al fine di ottenere la cittadinanza, ed invece non l’hanno fatto, per imperizia o superficialità. Rischiava di restare un fantasma per lo Stato Italiano Romario che invece ama questo Paese e che vorrebbe viverci per tutta la vita.
“Ho sempre tirato avanti tra visti turistici e permessi di soggiorno che non mi hanno mai consentito di programmare un futuro nello studio e nel lavoro. Ora con questo documento posso girare a testa alta alla ricerca di un’occupazione come un vero cittadino italiano”
Il suo angelo custode Carola Profeta, del dipartimento tutela vittime di Fratelli d’Italia per la Provincia di Pescara, che lo ha conosciuto diversi anni fa in una casa famiglia di Spoltore e ha preso a cuore la sua vicenda:
“Non avendo avuto la cittadinanza in automatico al compimento del 18esimo anno di vita, per dimenticanza di certe istituzioni, rischiava di non poterla avere più, ma ci siamo battuti andando a scovare dei cavilli legislativi e dimostrando, attraverso ad esempio il certificato dei vaccini, che Romario vive in Italia da piccolissimo ed ha dunque pieno diritto di avere la cittadinanza.”
(Romario con il Sindaco di Pratola Antonella Di Nino)
Ora Romario vive momentaneamente dalla sorella ma spera di trovare presto un lavoro e di riprendere gli studi, alla firma per la cittadinanza dei giorni scorsi a Pratola Peligna, grazie anche all’interessamento del sindaco Antonella Di Nino, qualcuno lo ha invitato, a questo punto, ad imparare a cantare l’inno nazionale.
“Io lo conosco già l’inno – dice sorridendo Romario – lo so a memoria e posso anche cantarlo bene”.
E’ proprio necessario dare o far ottenere la cittadinanza ad un cittadino straniero di un altro stato, dopo essere entrato clandestinamente? Io penso proprio di no! I nostri connazionali all’estero in Inghilterra e Francia hanno solo anche dopo anni il semplice visto! Non si può essere italiano quando uno è nato in Africa, in Asia, in America, in Belgio ecc. semplicemente lo si accetta, lo si rispetta e lo si fa rimanere fino a quando c’è la possibilità di farlo rimanere! Pensiamo a creare delle favole e dei posti di lavoro per i “nostri” giovani, avremo la coscienza di aver contribuito ad un sogno molto più grande di quello che ipotizza Renzi, Gentiloni Mattarella, Boldrini o Papa Francesco! Chiedete al nostro amato pontefice se è propenso a dare cittadinanza ad uno straniero bianco, nero, rosso, viola nel Vaticano!