Ospiti del Premio Borsellino, giornata pescarese per Don Maurizio Patriciello e Luigi Leonardi, due coraggiosi testimoni della lotta contro la Camorra. Questa mattina hanno incontrato gli studenti dell’Istituto Comprensivo Uno di Via Einaudi, nel cuore di Rancitelli.
Uno fa il parroco a Parco Verde, in zona Caivano a Napoli, meglio nota come una delle più grandi piazze dello spaccio in Europa, ma soprattutto a pochi passi dalla tristemente celebre Terra dei Fuochi. L’altro è un imprenditore che non ha mai piegato la schiena di fronte alle sempre più pressanti richieste di denaro dai clan del suo quartiere. Sono Don Maurizio Patriciello e Luigi Leonardi, due esempi di coraggio e di legalità, che affrontano la propria esistenza a testa alta nonostante una forzata convivenza con il male oscuro dell’alta criminalità, quella camorra che, come le altre mafie, pretende, tra le altre cose, di sostituirsi allo Stato. Don Maurizio e Luigi hanno incontrato i ragazzi del Comprensivo Uno di via Einaudi, proprio nel cuore di uno dei quartieri più difficili di Pescara, Rancitelli, grazie all’invito del Premio Borsellino che, nel ricordo del pensiero del Magistrato ucciso dalla Mafia quando diceva “Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena di lottare”, prosegue nel suo nobile percorso di confronto tra i tanti testimoni di onestà e legalità ed il mondo della scuola. Oggi a Pescara, ospiti del Comprensivo Uno diretto dalla professoressa Teresa Ascione, e della sua collega del “De Cecco” Alessandra Di Pietro, alla presenza, anche del Prefetto Gerardina Basilicata, del consigliere comunale Fabrizio Rapposelli di Francesca Di Credico presidente dell’associazione “Per una nuova Rancitelli” e di Don Massimiliano De Luca il parroco del Ferro di Cavallo, Don Maurizio e Luigi hanno raccontato la loro storia, quella dei tanti funerali, ad esempio, che Don Maurizio è costretto a celebrare, anche per persone di giovanissima età, uccisi dai fumi tossici dei rifiuti pericolosi dati alle fiamme in discariche abusive gestite dalla Camorra o quella delle minacce sempre più violente, fino al sequestro di persona, per Luigi Leonardi, reo solo di non essersi arreso ai soprusi di chi in modo costante, pretendeva, in cambio di chissà quale protezione, denaro. Il loro accorato appello ai ragazzi del Comprensivo Uno, quasi tutti residenti in un quartiere difficile, di ribellarsi innanzitutto ad una mentalità sbagliata, fatta di compromessi e giustificazioni.