Una petizione sottoscritta da 2114 cittadini è stata consegnata al Sindaco di Pescara, agli Assessori ed ai Consiglieri Comunali, nonché all’Onorevole Vacca (ex Sottosegretario ai Beni Culturali), per la continuazione degli scavi e la realizzazione di un parco archeologico presso il Rampigna di Pescara.
L’iniziativa, il cui primo firmatario è Edoardo Di Paolo, ha raccolto in pochissimi giorni ben 2114 firme. Insieme all’elenco i promotori hanno inviato una lettera agli amministratori, sollecitando la realizzazione del parco archeologico.
“I recenti sondaggi archeologici condotti dal Comune presso l’ex campo Rampigna – si legge – hanno determinato ormai con certezza la presenza di un sito archeologico ricchissimo, il quale ha già restituito (su un’area di ricerca minima rispetto all’enorme potenziale dell’area) sepolture, ceramiche e manufatti risalenti al periodo italico, romano e medievale, nonché un tratto di mura perimetrali della piazzaforte spagnola di grandi proporzioni. Le fonti dei secoli passati (e.g. Romanelli, Pollidoro) e quelle accademiche presenti (Staffa) ci riferiscono inoltre che il sito archeologico, verosimilmente esteso a tutta l’area compresa tra la ferrovia, via Pesaro e via Caduta del Forte, potrebbe restituire un numero elevatissimo di sepolture, reperti e resti di epoca antica e medievale. Secondo alcuni, infine, l’area celerebbe addirittura le vestigia di un tempio romano, rimaste visibili fino al XVI secolo. Alla luce di questi ed altri elementi:
CHIEDIAMO che il Comune di Pescara accantoni definitivamente ogni progetto di riapertura del campo sportivo un tempo presente in loco.
CHIEDIAMO che si proceda immediatamente all’attivazione di ogni canale necessario a reperire i fondi necessari a fare una campagna di scavo ad ampio spettro, ricorrendo a finanziamenti sia pubblici che privati, anche attraverso la ricerca di mecenati privati e, perché no, di crowdfunding, alla luce della grande emozione suscitata in città dalle recenti scoperte archeologiche.
CHIEDIAMO che, una volta terminata la campagna di scavi, si proceda a mettere in sicurezza i reperti in loco, trasformando l’ex campo sportivo in un grande PARCO ARCHEOLOGICO ed esponendo i reperti più preziosi presso un museo cittadino.
CHIEDIAMO che, nel medio periodo, si studino soluzione volte ad includere in tale parco archeologico anche l’area occupata dalla chiesa della Madonna del Carmine (ex cappella della fortezza). Nel lungo periodo, si potrebbe studiare la delocalizzazione della stessa Questura ad altra zona di Pescara, in modo da rendere possibile la riscoperta dell’intero sito archeologico”.