Pescara: poco pesce, anche per gabbiani c’è… crisi

Il pesce scarseggia e anche i gabbiani sentono la crisi, pescano sempre meno e sono costretti a rivolgersi a barche e venditori sulla golena del porto di Pescara, almeno per uno “spuntino”.

Il pesce scarseggia, tanto che la crisi la “avvertono” anche i principi della pesca: i gabbiani. A Pescara si radunano ogni giorno nei pressi delle golene per riuscire a strappare uno spuntino ai colleghi pescatori umani e alle bancarelle lungo il molo. Non esistono più i gabbiani di una volta, ironizza qualcuno, ma anche i bianchi pennuti devono darsi da fare per sbarcare il lunario. Così diventano sempre meno diffidenti nei confronti dell’uomo e si appostano per ore e ore sui pescherecci o lungo il fiume, magari vicino alle bancarelle del pesce, persino sui furgoncini dei marittimi, come a dire: prima o poi un spuntino “al volo” rimedieremo. Vuoi mettere la fatica di pescare tra i marosi pesce sempre più scarso, quando invece il lauto pranzo può essere consumato direttamente in porto, addirittura serviti da pescatori e venditori i quali, inteneriti o forse rassegnati, dividono i frutti del mare con i “colleghi” pennuti. Insomma, si fa di necessità virtù, e i gabbiani, fieri conquistatori dei mari, diventano ora un po’ ruffiani nei confronti dell’uomo, vincendo la loro proverbiale diffidenza, in tregua con i concorrenti pescatori nell’acciuffare pesce sempre più scarso in questo angolo di adriatico. E loro, i gabbiani, custodi di sempre del mare e del porto, sanno farsi benvolere un po’ da tutto il popolo “umano” del mare, abituato al loro richiamo, un canto che diventa compagnia durante il lavoro in porto. La crisi della pesca non risparmia nemmeno i gabbiani abituati a intemperie e marosi,  un po’ meno alla scarsità del pesce. Ma è proprio in tempi di magra che si scopre chi è di cuore, e i pescatori, lo sono, anche nei confronti dei signori del mare e del fiume che con un colpo d’ala salutano e ringraziano.

 

Antonella Micolitti: