È ricercato dalle ore 14 di ieri da Polizia, Carabinieri e Polizia penitenziaria un detenuto egiziano di 21 anni, Boukhalil Salah, evaso dalla casa circondariale di San Donato a Pescara.
Al momento dell’evasione il 21enne indossava una maglietta blu a strisce e un cappellino con visiera. Ha approfittato dell’uscita all’aria aperta per fuggire e far perdere le proprie tracce. Era in carcere per una rapina compiuta a Roma per la quale era stato arrestato dalla Polizia. La sua assenza era stata subito notata e l’allarme è stato immediatamente lanciato dagli agenti della Polizia penitenziaria.
Undici mesi fa a San Donato era evaso un detenuto di 51 anni che poche ore dopo era stato rintracciato e riportato in carcere dagli agenti della Volante. Sono scattate le ricerche e sono stati lanciati nuovi appelli alle autorità competenti da parte dei sindacati di Polizia penitenziaria.
Il Si.N.A.P.P.E., in una nota, evidenzia che si tratta “dell’ennesima evasione con modalità analoghe alla precedente dell’agosto del 2020. Giuseppe Merola, Coordinatore Regionale FP CGIL Abruzzo Molise – Giustizia e Segretario FP CGIL L’ Aquila – Funzioni Centrali parla di “Situazione al collasso” ed afferma che “È inaccettabile quanto sta accadendo nel panorama penitenziario. Alla Casa Circondariale di Pescara è emergenza da fin troppo tempo”.
Il segretario generale del SAPPE, Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, Donato Capece, afferma che “la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Pescara. Sollecita interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Capece conclude che “ Ogni giorno nelle carceri italiane succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”.
Il segretario regionale dell’Uspp Abruzzo Sabino Petrongolo sottolinea che “Sono passati undici mesi e nel carcere di Pescara si registra una nuova evasione, ma non c’è da stupirsi. Questa organizzazione sindacale aveva iniziato a denunciare tutte le carenze di questo istituto sin dal maggio 2019. La situazione è ormai ingestibile. Non ci sono agenti per coprire i posti di servizio.
Si continuano a sopprimere e accorpare servizi che andrebbero invece coperti e presidiati. Come accaduto lo scorso anno, quando un detenuto che stava usufruendo del passeggio è riuscito a scavalcare il muro di cinta e darsi alla fuga facendo perdere le sue tracce. È notizia di pochi giorni fa che il Ministero ha rilevato una carenza di agenti, assistenti e sovrintendenti nell’ordine delle 56 unità, senza considerare che quelli rimasti in servizio hanno una media di oltre cinquant’anni e fisiologici problemi di salute. Questi poi sono costretti a turni di lavoro estenuanti e a carichi di lavoro insostenibili. Tutto questo ora non è più tollerabile, anche perché quando accadono episodi come questo si inizia la caccia ai responsabili, quando le responsabilità non possono che essere attribuite a chi ha permesso che questo istituto penitenziario finisse per ridursi in queste condizioni”.
Cirielli, su evasione detenuto Cartabia responsabile :
Il Questore della Camera e coordinatore della Direzione Nazionale di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli in una nota scrive:”L’evasione di un detenuto egiziano dalla casa circondariale di Pescara è la dimostrazione che servono interventi urgenti sul personale, sulle strutture e sui sistemi di sorveglianza nelle carceri italiane. Il ministro Cartabia non ha nulla da dire?”
Col trascorrere dei mesi, Cartabia assomiglia sempre di più al suo predecessore Bonafede. Invece di esprimere giudizi frettolosi e sommari sull’operato della Polizia Penitenziaria, come accaduto per la vicenda di Santa Maria Capua Vetere, Cartabia, dovrebbe considerare una priorità la sicurezza nelle prigioni. Ogni giorno, infatti, giungono notizie di evasioni, tentate evasioni, episodi di violenza tra le sbarre ed aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli istituti penitenziari, sempre feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte della popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.
La responsabilità politica, di tutto questo, è la sua. Sono anni che, come Fratelli d’Italia, chiediamo il potenziamento degli organici della Polizia Penitenziaria con lo scorrimento di tutte le graduatorie, la cancellazione della cosiddetta “vigilanza dinamica”, la dotazione agli agenti penitenziari della pistola “taser” e dello spray al peperoncino, l’attivazione di adeguati e moderni sistemi di videosorveglianza. Su questo, finora, non abbiamo sentito nulla dal ministro Cartabia, troppo impelagata a subire i diktat di una parte dei grillini sulla cosiddetta riforma della giustizia, che in realtà sembra essere più un compromesso al ribasso tra le due anime del M5S e il Pd. Servono un cambio di passo ed interventi immediati per migliorare le condizioni di chi lavora ogni giorno nelle carceri e per evitare episodi inaccettabili come quello di Pescara”.