A Pescara oggi si è svolta una cerimonia per ricordare Emilio Alessandrini, il magistrato ucciso, durante gli anni di piombo, da un commando del gruppo terroristico Prima Linea.
A 43 anni dalla sua morte Pescara ricorda Emilio Alessandrini colpito perché simbolo di una magistratura che crede nelle istituzioni e lavora ogni giorno per l’affermazione dei principi di giustizia. Una corona d’alloro è stata deposta, questa mattina, in piazza Unione, ai piedi del monumento dedicato al giudice Alessandrini e alle vittime del terrorismo.
Alla manifestazione, organizzata dall’Amministrazione comunale, hanno partecipato il figlio Marco, già sindaco di Pescara, e la vedova Paola, il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il presidente del Tribunale Angelo Maria Bozza, il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli, il commissario per la ricostruzione del Centro Italia e di Ischia Giovanni Legnini, il questore Luigi Liguori, il vice sindaco Gianni Santilli , il presidente del Consiglio comunale Marcello Antonelli, autorità civili, militari e religiose, associazioni patriottiche, combattentistiche e d’arma. La benedizione è stata affidata a monsignor Francesco Santuccione, vicario generale dell’arcidiocesi di Pescara-Penne.
Il 29 gennaio del 1979 Emilio Alessandrini, 36 anni, come ogni mattina accompagna suo figlio Marco alla scuola elementare di via Colletta a Milano. Pochi metri e pochi minuti dopo, all’incrocio tra viale Umbria e via Muratori, muore in un agguato. Cinque i terroristi in azione: due sparano otto colpi di pistola.
<Ritrovarsi davanti al monumento scolpito nel blocco di pietra della Majella e donato nel 2007 dalla Comunità di Ari-paese della memoria significa far conoscere alle nuove generazioni la storia di questo Paese > ha detto ai giornalisti Marco Alessandrini ricordando alcuni recenti episodi e auspicando che i giovani non si lascino attrarre da cattivi esempi.
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