Aveva aggredito, insultato e minacciato la convivente davanti alla figlia, condannato a 6 anni di reclusione.
Un uomo di Montesilvano origini caraibiche di 43 anni, è stato condannato, questa mattina dal tribunale collegiale di Pescara, a 6 anni di reclusione per violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni aggravate ai danni della convivente di 35 anni, sua connazionale. L’uomo è stato assolto dal presidente del tribunale collegiale Rossana Villani dall’accusa di rapina per aver sottratto due volte, alla donna, il telefono con violenza e minacce. Il tribunale, in primo grado, ha accertato che in più occasioni, tra il 19 ottobre del 2014 e il 5 febbraio 2015, l’uomo aggredì a calci, pugni e morsi la convivente, provocandole lesioni in diversi punti del corpo, con prognosi tra i 5 e i 10 giorni.Anche dopo essersi trasferita in una nuova abitazione, la donna continuò a subire le violenze e fu nuovamente minacciata di morte dall’ex convivente, il quale pretendeva che la ragazza tornasse a vivere con lui. In particolare, la notte del 28 ottobre 2014, dopo una prima aggressione, l’imputato inseguì la donna nella casa di un’amica presso la quale si era rifugiata, sempre a Montesilvano, costringendola, davanti alla figlia di tre anni a subire violenza. Il pm Rosangela Di Stefano aveva chiesto, nella sua requisitoria, una condanna a 8 anni, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione o il minimo della pena.