Stop alla realizzazione di edilizia residenziale sulla riviera sud di Pescara anche dai giudici del Consiglio di Stato che confermano la sentenza dei colleghi del Tar.
Solo uffici nell’immobile in costruzione sul lungomare sud da parte della società “Pescaraporto”. Lo avevano stabilito i giudici del Tar, lo hanno ribadito quelli del Consiglio di Stato a seguito del ricorso presentato dalla stessa società rappresentata dai figli dell’avvocato Giuliano Milia e dell’imprenditore Franco Mammarella. Va anche precisato che su questa operazione è legata una vicenda giudiziaria che si è conclusa con l’assoluzione di tutti gli imputati coinvolti. In riferimento al cambio di destinazione d’uso dell’intervento edilizio originariamente progettato, secondo i giudici:
«l’astratta ammissibilità del mutamento di destinazione d’uso non implica che, qualora l’intervento sia in deroga allo strumento urbanistico, esso non debba essere valutato e apprezzato in concreto».
Altra precisazione riguardante il principio di silenzio assenso sul permesso di costruire in deroga, avanzato dai ricorrenti. Sempre secondo i giudici amministrativi non è nelle disponibilità del dirigente pubblico il potere di assenso su tali decisioni, così come, sempre secondo i giudici, bene fece il Consiglio Comunale di Pescara nel ritenere che
“l’interesse perseguito con la richiesta di permesso non fosse tale da giustificare una deroga alla pianificazione territoriale della zona”.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Carlo Masci il quale ha ringraziato per il lavoro fatto le avvocatesse del comune Paola Di Marco e Antonella Manso. Una sentenza importante che sancisce che le case sulla spiaggia a Pescara non si realizzano. Sarà sollecitata la Regione Abruzzo affinché verifichi il primo permesso rilasciato per edificare senza il pronuinciamento del Consiglio Comunale e nel caso di provvedere alla demolizione di quanto già realizzati in quell’ area.
Il Servizio del Tg8: