Secondo la corte d’Appello de L’Aquila un giovane di Pescina era stato arrestato per spaccio di droga ingiustamente ed ora dovrà essere risarcito.
Un ventisettenne di Pescina,L.R., il 4 ottobre del 2012 era finito agli arresti domiciliari con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e nel processo di primo grado era stato condannato. La sentenza, però, è stata ribaltata dai giudici della Corte d’appello de L’Aquila che hanno riconosciuto anche un indennizzo di 15mila euro nei confronti del giovane, per il clamore mediatico scaturito dalla vicenda. Il ventisettenne era stato fermato dai Carabinieri di Pescina e accusato di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. Secondo la Procura della Repubblica di Avezzano, il giovane aveva coltivato, insieme ad altre persone ancora sottoposte a giudizio, diverse piante di canapa indiana, ricavandone un quantitativo pari a circa 550 grammi. Il ragazzo era stato trovato con 3,3 grammi di hascisc non per uso personale. Il pubblico ministero aveva chiesto quattro anni di reclusione, oltre a tredicimila euro di multa. L’arresto era stato convalidato dal gip del tribunale di Avezzano e il ragazzo aveva trascorso 12 giorni ai domiciliari in attesa del giudizio di primo grado. Era stato assolto dal reato di coltivazione, ma condannato a sei mesi di reclusione per il possesso di hascisc. La Corte d’Appello dell’Aquila lo ha assolto riconoscendolo estraneo ai fatti che sarebbero, invece, riconducibili agli altri indagati. Passata in giudicato la sentenza, il giovane ha chiesto il risarcimento per ingiusta detenzione e per il danno da strepitus soli, cioè per il clamore mediatico suscitato a seguito dell’arresto e della condanna di primo grado. La Corte d’Appello ha accettato la richiesta presentata dal legale.