Una vera e propria economia di guerra, di questo parlano Stefania Pezzopane e Pierpaolo Pietrucci del Pd che invitano Marsilio ad istituire un tavolo per la produzione di mascherine. Replica l’assessore Febbo.
“Attrezziamoci immediatamente utilizzando gli spazi del decreto per una vera e propria “economia di guerra” cosi come ha detto giustamente il commissario Arcuri. Per fermare il contagio è necessario attrezzare luoghi di lavoro, soprattutto ospedali, fabbriche, call center, cantieri di mascherine e kit di sicurezza per tutelare la salute dei lavoratori e di tutti noi. Lo scrivono in una nota Stefania Pezzopane deputata abruzzese e Pier Paolo Pietrucci consigliere regionale del Pd:
“Il decreto amplia e liberalizza. Facciamolo subito e facciamolo anche in Abruzzo, dove ci sono sia aziende tessili che aziende che producono prodotti della stessa filiera delle mascherine, e che possiedono gli strumenti adatti per fabbricarle e vanno solo supportate per certificazione e requisiti. È paradossale e vergognoso che ancor oggi i nostri ospedali siano sprovvisti di questi dispositivi di sicurezza. Chiediamo al presidente Marsilio di convocare immediatamente un tavolo con le parti sociali, a partire da Confindustria, le università e tutti gli operatori di competenza, per formulare una proposta concreta di supporto a quelle aziende che possono produrre i dispositivi di sicurezza, in modo da iniziare subito la produzione, certificazione e distribuzione. Non dobbiamo pensare che questi prodotti serviranno solo per un breve periodo e poi spariranno, perché l’esperienza ci sta chiaramente mostrando che questi prodotti serviranno a lungo ed in maniera molto diffusa e quindi è urgente cominciare la produzione. Quando parliamo di economia di guerra ci riferiamo al fatto che ogni paese ha bisogno di alcune cose e deve produrle da se’, senza attendere che arrivino dall’estero, perché questo sta costando vite umane. Non dimentichiamo che questa emergenza sta avendo anche un effetto devastante sull’occupazione e attivando queste giuste operatività possiamo arginare in alcuni settori il crollo occupazionale e in alcuni casi anzi incrementarlo e, allo stesso tempo, mettere a disposizione dei cittadini questi strumenti indispensabili per la salute che ognuno di noi, non solo i lavoratori più a rischio, dovrebbe tenere in casa”.
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