Pianella: il “Pitecus” apre il “Convivium Artis”

Venerdì 4 agosto, alle ore 21, a Pianella il “Pitecus” di Antonio Rezza e Flavia Mastrella aprirà il “Convivium Artis” dell’accademia teatrale Arotron.

Sarà il “Pitecus” di Antonio Rezza e Flavia Mastrella ad inaugurare il “Conviuvm Artis” dell’accademia teatrale Arotron di Franco Mannella. L’appuntamento è previsto in piazza Garibaldi a Pianella dove saranno di scena, dal 4 al 6 agosto, teatro, musica, mostre, street art, artigianato, dibattiti, aperitivi letterari ed enogastronomia. Scrittore, regista e performer più che attore, come si definisce lui stesso, Antonio Rezza è da più di trent’anni il protagonista di un teatro di ricerca costruito intorno al movimento del suo corpo, attraverso un longevo sodalizio artistico con Flavia Mastrella, iniziato nel 1987.

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Gli organizzatori spiegano che “Sul palcoscenico di piazza Garibaldi a Pianella, Antonio Rezza porterà “Pitecus”, uno spettacolo che analizza il rapporto tra l’uomo e le sue perversioni: laureati, sfaticati, giovani e disperati alla ricerca di un’occasione che ne accresca le tasche e la fama, pluridecorati alla moralità che speculano sulle disgrazie altrui, vecchi in cerca di un’identità che li aiuti ad ammazzare il tempo prima che il tempo ammazzi loro, persone che tirano avanti una vita ormai abitudinaria, individui che vendono il proprio corpo in cambio di un benessere puramente materiale, esseri che viaggiano per arricchire competenze culturali esteriori e superficiali. Il “Pitecus” di Antonio Rezza & Flavia Mastrella racconta storie di tanti personaggi, un andirivieni di gente che vive in un microcosmo disordinato: stracci di realtà si susseguono senza filo conduttore, sublimi cattiverie rendono comici ed aggressivi anche argomenti delicati. Non esistono rappresentazioni positive, ognuno si accontenta, tutti si sentono vittime, lavorano per nascondersi, comprano sentimenti e dignità, non amano, creano piattume e disservizio. I personaggi sono brutti somaticamente e interiormente, sprigionano qualunquismo a pieni pori, sprofondano nell’anonimato ma, grazie al loro narcisismo, sono convinti di essere originali, contemporanei e, nei casi più sfacciati, avanguardisti. Parlano un dialetto misto, sono molto colorati, si muovono nervosi e, attraverso la recitazione, assumono forme mitiche e caricaturali, quasi fumettistiche”.

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