Eliporto sanitario dell’ospedale civile di Pescara non funzionante da almeno un anno, é solo una delle tante problematiche del piano emergenza del Comune denunciate dal M5S.
All’interno del Piano di Protezione Civile e più precisamente nelle tavole che illustrano i vari rischi sul territorio del Comune di Pescara, nell’elenco delle strutture strategiche per la gestione delle emergenze, figura l’eliporto sanitario dell’ospedale di Pescara, che però non funziona da oltre 12 mesi. La denuncia é del gruppo consigliare del M5S al Comune di pescara che segnala altre incongruenze emerse, studiando la documentazione pubblicata sul sito del Comune di Pescara, relativamente all’aggiornamento richiesto dalle varie normative e linee guida regionali e nazionali. Sempre facendo riferimento a ciò che a tutt’oggi è pubblicato sul sito del Comune di Pescara, addirittura nella stessa copertina del Piano di Protezione Civile figurano ancora i componenti della precedente amministrazione con l’aggiornamento fermo al 2013. Ciò che più si nota sono principalmente gli allegati pubblicati sul sito del Comune di Pescara relativi alle varie tipologie di rischio, dove oltre alla copertina che descrive l’oggetto stesso della tavola, c’è un elenco dettagliato di quelli che vengono definiti gli “edifici/strutture strategiche per la gestione delle emergenze”. Insieme al Centro Operativo Comunale (C.O.C.), figurano anche la Questura, la Prefettura, il C.do dei VV FF, l’ospedale civile, l’eliporto dell’aeroporto “Liberi” di Pescara, e l’eliporto sanitario di Via Fonte Romana chiuso formalmente da oltre un anno. Le stesse strutture, almeno quelle che fanno riferimento al Comune di Pescara, sembrano non avere neppure le certificazioni che attestino l’indice di vulnerabilità sismica, un dato fondamentale per avere la certezza, riguardo al rischio sismico, di non ripetere l’esperienza dell’Aquila, dove la Prefettura è crollata in seguito al sisma del 6 aprile del 2009. Per le strutture che dovrebbero coordinare e gestire qualsiasi tipo di emergenza e per le principali vie di comunicazione, sarebbe fondamentale attuare la microzonizzazione sismica di terzo livello. Lo stesso vale per gli spazi da adibire a campi di accoglienza, che potrebbero subire danni tali da essere inutilizzabili per le pianificazioni dettate dallo stesso Piano di Protezione Civile.
“La mancanza che più sconvolge, però, riguarda le indicazioni fornite dalle linee guida regionali e nazionali per la salvaguardia dei cittadini, che in realtà non esistono. Non ricordo di aver mai visto in città ciò che accade ormai in molti edifici pubblici, e cioè prove di evacuazione e nello stesso tempo prove di attuazione del piano di Protezione Civile per verificare il funzionamento dello stesso piano – precisa in una nota il consigliere comunale del M5S Massimiliano Di Pillo – Così come non ho mai visto documenti o brochure che spieghino ad ogni cittadino cosa lo stesso cittadino debba fare in caso di una qualsiasi condizione di rischio. Non esistono cartellonistiche che identifichino gli spazi che dovrebbero essere adibiti a campi di accoglienza, come non esistono pannelli informativi che spieghino in caso di rischio quali possono essere le strade di fuga dei cittadini per allontanarsi dal territorio interessato da un possibile evento catastrofico. Oggi ho chiesto con una mozione discussa in Consiglio Comunale di attuare gli aggiornamenti che le linee guida impongono per i Piani di Emergenza Comunali, trasmettendo il tutto alla Protezione Civile e alla Regione Abruzzo al fine di garantire ai cittadini la corretta prevenzione e previsione degli eventi dannosi, e in modo da poter gestire in maniera efficace ed efficiente l’emergenza e gli eventuali soccorsi. Va ricordato che siamo la regione con il territorio a più alta sismicità d’Italia, e con altri eventuali rischi naturali e non, il che rappresenta sicuramente un dato da non sottovalutare. L’esperienza del terremoto dell’Aquila ha insegnato molto alla macchina della Protezione Civile, ma nulla alla politica e a chi dovrebbe salvaguardare principalmente i cittadini e il bene comune.”