Trecentoquarantaduemila metri cubi di fanghi, derivanti dal dragaggio del porto di Ortona, potrebbero essere scaricati a pochi chilometri dalla riserva della Torre del Cerrano.
A denunciarlo la scorsa settimana è stato il Wwf, ma l’Area Marina Protetta interviene sulla vicende per chiarire la delicata situazione, considerando che ad oggi non c’è stato alcuno sversamento.
A luglio sono state emanate delle note che mettevano in rilievo le incongruenze del piano studiato dalla Regione, così come lo scorso 16 agosto il comitato di gestione dell’Area Marina ha inviato una serie di formali osservazioni proprio sui lavori di escavazione del porto ortonese. I tecnici del Parco, pur coscienti del fatto che l’eventuale deposito avverrebbe a distanza di chilometri dai confini dall’AMP, condividono pienamente le preoccupazioni per ogni possibile problematica conseguente all’immissione in mare dei fanghi in questione, al largo di Montesilvano. Si tratterebbe di una notevole quantità di sedimenti (circa 342.694 m³) da immettere nello specchio di mare antistante Montesilvano e Pescara, che potrebbe infatti risultare impattante per la qualità delle acque marine.
L’ente gestore del parco marino pensa che “si debba agire diversamente e trattare o recuperare i sedimenti in tutt’altro modo. Dalle carte progettuali si capisce che l’operazione è conforme alle leggi vigenti e che la caratterizzazione non ha evidenziato particolari problematiche, come già accaduto in circostanze precedenti, ma questo se riferito al generale e non ad un’area marina protetta. La deposizione dei sedimenti preoccupa molto perché induce la formazione di una patina limosa sul fondale sabbioso ed altera la limpidezza lungo la colonna d’acqua.Una delle peculiarità principali dell’area marina protetta è quella di tutelare l’ambiente marino e la sua biodiversità. Per questo invitiamo ad usare più cautela, anzi abbandonare la pratica di immersione dei fanghi derivati da dragaggi portuali e pensare ad altre soluzioni. Probabilmente un’altra soluzione porterebbe ad una spesa maggiore ma la tutela della qualità dell’ambiente marino giustifica ogni somma”.