L’incubo prescrizione ha sempre accompagnato i processi legati al post terremoto abruzzese, sia quelli riguardanti i crolli, sia quelli legati al mega processo alla commissione Grandi Rischi.
Oggi, 6 ottobre, è il giorno in cui questa linea di demarcazione sarebbe dovuta apparire più netta, proprio perché a questa data cadono cinque anni dall’avvio di diversi procedimenti.
Ma a ben guardare, i processi che non riusciranno a concludersi – questa è la buona notizia – saranno soltanto due, più uno solo satellite, rispetto ai 19 procedimenti avviati: quello satellite è il processo che ha visto l’ex capo del dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso, assolto dopo un lungo iter dall’accusa di omicidio colposo e lesioni colpose per essere stato il mandante di una “operazione mediatica per rassicurare”, ossia l’operazione che sarebbe stata messa in atto – secondo l’accusa – dalla commissione Grandi rischi, assolta – da ricordare -in Cassazione. Nel caso di Bertolaso la sentenza emessa il 30 settembre non è definitiva e la procura generale presso la Corte d’Appello potrebbe appellarla dopo aver letto le motivazioni che verranno depositate entro 90 giorni: ma in secondo grado i giudici si limiterebbero a dichiarare l’intervenuta prescrizione. Salvo colpi di scena da parte di Bertolaso che potrebbe rinunciare alla prescrizione e dunque permettere al processo di proseguire il suo iter anche negli altri gradi di giudizio.
I due soli filoni che termineranno con la prescrizione sono quelli per il crollo di via D’Annunzio, che era arrivato al giudizio di legittimità in Corte di Cassazione, ma il processo d’Appello è stato annullato, imponendo di ricelebrarlo a Perugia, e poi per il crollo in via Sturzo. Su 19 filoni, dunque, le sentenze definitive sono state 17, dei quali sei arrivati al giudizio di Cassazione. Le 3 condanne principali sono quelle per i crolli di Convitto nazionale, Casa dello studente e facoltà di Ingegneria, mentre tra le 3 assoluzioni c’è stata quella per la commissione Grandi rischi e quelle per via Generale Rossi e via XX settembre numero 123. A diventare definitive già in primo grado sono state 2 sentenze di assoluzione in cui l’accusa stessa ha chiesto di scagionare gli imputati: stiamo parlando dell’ospedale San Salvatore e del palazzo in via Roma 18.
Ci sono, poi, 6 procedimenti riguardanti crolli anche con molte vittime, mai approdati al dibattimento per decesso degli indagati o per impossibilità di stare in giudizio: tra di essi c’è quello di via Campo di Fossa. Verrà dichiarato invece concluso per prescrizione a Perugia il processo per il crollo in via D’Annunzio: qui morirono 13 persone, mentre è fissato al 28 novembre il processo d’Appello per il crollo di via Luigi Sturzo, con 27 vittime.
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