Processi post sisma: rischio prescrizione per il crollo in Via d’Annunzio a L’Aquila che causò, nel 2009, la morte di 13 persone.
Lunedì udienza in Corte d’Appello per l’unico imputato, l’ingegnere Fabrizio Cimino, accusato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Condannato in primo grado a 3 anni e mezzo. In appello pena ridotta a dieci mesi, in Cassazione i giudici hanno annullato la condanna in secondo grado rinviando gli atti alla Corte d’Appello di Perugia. Ma siamo al limite dei sette anni e mezzo previsti per la prescrizione, una beffa per le parti civili che rischiano di vedere svanire nel nulla le proprie legittime istanze. Lo stabile, costruito negli anni ’60 con modalità errate, é crollato in quella terribile notte del 6 aprile del 2009. Gli inquirenti non sono riusciti ad incriminare i responsabili della costruzione del palazzo perchè tutti morti e si sono concentrati sulle attività di restauro del 2002 affidate all’ingegnere Fabrizio Cimino che, secondo l’accusa, avrebbe dovuto rilevare i problemi e comunicarli ai condomini. Oggi Cimino ha 84 anni e risiede in un hotel di Caracas in Venezuela.