In corso a L’Aquila il processo civile per la morte di Ilaria Rambaldi e Paolo Verzilli, i due studenti universitari rimasti sotto le macerie dell’edificio di Via Campo di Fossa a L’Aquila la notte del terremoto.
Nell’udienza tenutasi ieri la drammatica testimonianza di Valeria Esposito, tirata fuori dalle macerie dopo 21 angoscianti ore. Una testimonianza drammatica che ha fatto rivivere ai presenti il dolore di quegli attimi. Valeria dormiva nella stanza attigua a quella in cui dormivano Ilaria Rambaldi, studentessa di Lanciano, ed il suo fidanzato Paolo Verzilli della Provincia di Teramo. Si tratta di un’udienza risarcitoria sulla morte di Ilaria rappresentata dall’avvocato Wania della Vigna. Dal racconto di Valeria Esposito, studentessa di Lanciano anche lei, 24enne all’epoca e migliore amica di Ilaria, la testimonianza diretta di come si viveva in quei giorni alle prese con il lungo sciame sismico che dalla fine del 2008 stava interessando il territorio.
“Durante lo sciame sismico– ha raccontato Valeria – eravamo solite uscire; avevano preparato una borsa per scappare dove ad esempio io stessa avevo messo dentro la penna usb con tesi, facevamo un back-up quotidiano del computer. Ma dopo la riunione della Commissione Grandi Rischi – ha proseguito la ragazza – abbiamo abbassato la guardia. C’era rimasta impressa la battuta del “bicchiere di vino” del De Bernardinis”
Poi quella maledetta notte del sei aprile, alle 3.32, con il mostruoso boato, Valeria ha riferito di aver fatto solo in tempo a mettersi seduta sul letto e poi la trave pesante che premeva sulla schiena e le gambe intrappolate tra le molle del materasso, sepolte nei detriti. Quindi il salvataggio dopo lunghe ed interminabili ore da parte di un ruspista che Valeria, ha riferito, voler assolutamente incontrare e conoscere per ringraziarlo, sa solo che è della Provincia di Teramo.