Ha riconosciuto in fotografia il principale accusato e ha fornito una ricostruzione temporale che copre un lasso di circa 12 ore.
È quanto emerso dalla deposizione del terzo testimone oculare, ascoltato questa mattina davanti al gip del tribunale di Pescara Nicola Colantonio, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Anna Carlini, la donna pescarese di 33 anni, affetta da problemi psichici, che il 30 agosto del 2017 venne trovata morta nel tunnel della stazione della città adriatica. Con la deposizione del giovane, originario della Guinea, che in quei giorni aveva trovato riparo tra i senzatetto della stazione, si conclude la fase dell’incidente probatorio chiesta dal pm Rosangela Di Stefano per cristallizzare le testimonianze. Prima di lui erano stati ascoltati un altro uomo della Guinea e uno di nazionalità rumena. Sotto accusa due romeni, entrambi irreperibili, Nelu Ciuraru e Robert Cioragariu, ai quali la Procura contesta i reati di concorso in omicidio e abbandono di persona incapace. A Ciuraru è contestata anche la violenza sessuale. In linea con quanto dichiarato dagli altri due testimoni, il giovane ascoltato questa mattina ha spiegato di avere visto la donna sotto il tunnel, intorno alle 22, mentre si intratteneva prima con Ciuraru e poi con l’altro indagato, che la spingevano a terra, su un giaciglio, mentre lei era chiaramente in stato confusionale. In seguito non avrebbe visto altro e soltanto il giorno dopo, intorno alle 6 del mattino, avrebbe notato che la donna stava dormendo. Ha aggiunto che alle 10 del mattino, insieme agli altri due testimoni oculari, si era avvicinato alla ragazza e, dopo avere scostato una coperta che le copriva il volto, aveva trovato la ragazza morta con dei segni sul volto. Il testimone, inoltre, ha riferito di avere parlato, qualche giorno dopo il fatto, con un altro testimone, suo connazionale, già escusso, che gli rivelò di avere visto Ciuraru fare sesso con la donna.