Ennesima udienza preliminare interlocutoria per il processo sulla tragedia all’Hotel Rigopiano. Il giudice Sarandrea concede altro tempo per la costituzione delle responsabilità civili ed aggiorna al 27 marzo. Polemiche per la citazione della Regione.
Doveva essere il giorno della decisione sull’opportunità o meno di unificare il procedimento madre con quello dei presunti depistaggi per la tragedia all’Hotel di Rigopiano oggi in Tribunale a Pescara, ed invece la mattinata è scivolata via tra un difetto di notifica per un imputato alla mancata costituzione di alcune responsabilità civili. Dopo un lungo dibattito sulle questioni, nonostante il legale dell’imputato non abbia posto eccezione, tenendo presente anche del ritardo con il quale molti hanno depositato le citazioni di responsabilità civile, il giudice Gianluca Sarandrea ha deciso di concedere più tempo e rinviare l’udienza al prossimo 27 marzo. Quasi due mesi ancora di attesa con l’inevitabile malumore da parte dei parenti delle vittime che vedono ancora slittare l’avvio del processo vero e proprio:
“Non può certo farci piacere questo continuo rallentamento – dichiarano Francesco D’Angelo (fratello di Gabriele D’Angelo) e Francesco Di Michelangelo (nipote di Dino Di Michelangelo) – abbiamo necessità di arrivare quanto prima alla verità, confidiamo nella volontà del giudice dalla prossima udienza in poi di fissare due appuntamenti al mese.”
C’è poi la questione della Regione nella doppia veste di citata dalle parti civili e di parte civile essa stessa. Da qui la polemica sollevata da alcuni legali, in particolare quelli dei principali imputati come il sindaco di Farindola Lacchetta e del tecnico comunale Colangeli, che si chiedono come mai la Regione cita tutti gli imputati tranne i dirigenti regionali coinvolti:
“Intanto va precisato – spiega Massimo Manieri legale di Ilario Lacchetta – che il Comune di Farindola ha avuto il buon senso di costituirsi anche contro il suo sindaco, mi chiedo come mai non abbia fatto lo stesso la Regione, ha già assolto i suoi dirigenti?”
Replica Nicola Pisani, il professore dell’Università di Teramo incaricato da legale esterno come da delibera dello scorso 28 gennaio:
“Si tratta di una questione meramente tecnica , senza entrare nel merito – spiega Pisani – la Regione non poteva che agire in questo modo trovandosi da una parte a doversi difendere dalle richieste delle parti civili e dall’altra tutelare la propria immagini nei confronti di quelli che il tribunale dovesse individuare come responsabili della tragedia.”
In chiusura di udienza il Procuratore Capo Massimiliano Serpi ha comunicato di aver ricevuto, tramite Pec , ulteriore documentazione, ampiamente articolata, da parte dei legali di Lacchetta e Colangeli, Cristiana Valentini, Goffredo Tatozzi e Massimo Manieri, puntualmente indirizzata anche al Gup Sarandrea, sul presunto ritardo da parte della Regione, nella convocazione del tavolo del Comitato Operativo Regionale dell’emergenza:
“Non è un tentativo per ritardare o bloccare il processo – tiene a precisare l’avvocato Cristiana Valentini – la nostra è soltanto un’integrazione con tanto di prove in un documento di circa 120 pagine, nella quale si chiede alla Procura di valutare eventuali responsabilità a carico dei vertici della Regione per aver convocato con colpevole ritardo il tavolo del Comitato Operativo Regionale per l’emergenza neve.”
Il Servizio del Tg8:
https://www.youtube.com/watch?v=97KqrdyF580