Il Progetto Romanipè 2.0 é già una realtà in diverse città italiane ed ambisce ad un radicamento anche a Pescara dove la Comunità Rom é tra le più nutrite e chiede sempre più una vera integrazione.
Il progetto elaborato da Nazareno Guarnieri, presidente della Fondazione Romanì Italia, ha come obiettivo quello di agevolare un approccio diverso al tema Rom, attraverso l’incontro tra culture, lì dove la conoscenza é l’unica arma per sconfiggere il pregiudizio:
“E’ necessario un sostegno reciproco attraverso figure altamente qualificate – ci spiega Guarnieri – e non mediatori culturali non abbastanza preparati, il vero obiettivo é l’integrazione é questo é possibile solo attraverso la conoscenza reciproca delle proprie identità, ed in tal senso il progetto prevede un importante aspetto formativo.”
L’esperienza già avviata in diverse città italiane, é stata illustrata nei giorni scorsi in un convegno a Pescara alla presenza tra gli altri del presidente della Cooperativa Social Hub Valerio Cavallucci, che si é aggiudicata una finanziamento pubblico per l’avvio del progetto stesso. Sarà questa l’occasione giusta per stimolare le istituzioni ad attivare dei tavoli di confronto? Fino ad ora pochi fatti come sottolinea Domenico Di Lorenzo della Fondazione Romanì Italia, profondo conoscitore della comunità Rom a Pescara che ha, anche, un’idea ben precisa sul legame, purtroppo, abbastanza forte tra certe famiglie Rom e la microcriminalità:
“la mancanza di credibilità nella società civile di determinati nuclei induce questi a commettere reati che vengono giustamente puniti, ma senza individuare dei percorsi rieducativi, é inutile, ad esempio, comminare pene domiciliari nei loro appartamenti, perché é da lì che portano avanti le loro attività di spaccio, bisognerebbe inserirli in contesti di vera riabilitazione.”
Prendendo spunto da uno spot della Fondazione Romanì nel quale viene citato un discorso di un parlamentare americano ad inizio secolo riferito ai primi emigrati italiani e che sembra quasi riferito al pensiero contemporaneo sui Rom, il presidente dell’Associazione “On The Road” Antonello Salvatore ribadisce l’importanza dell’inclusione:
“C’é una componente sempre più crescente tra le comunità Rom – dice Salvatore – che chiede inclusione, mortificata, a mio avviso, da contesti urbani dove i Rom sono costretti a vivere in veri e propri Ghetto. Certe barriere andrebbero buttate giù e le istituzioni, troppo spesso sorde a certi richiami, dovrebbero una volta per tutte dare il proprio contributo.”
IL SERVIZIO DEL TG8: