Provolo su Rigopiano: “Non ho nulla da rimproverarmi”

Provolo su Rigopiano: “Non ho nulla da rimproverarmi”. Il Prefetto uscente di Pescara fa un bilancio della sua esperienza non facile, a partire dalla tragedia del 18 gennaio.

Ultima uscita pubblica da Prefetto di Pescara, la celebrazione del 4 novembre dell’Unità d’Italia e per le Forze Armate in Piazza Garibaldi, per Francesco Provolo che lascerà a giorni l’incarico a Gerardina Basilicata. Al termine della cerimonia non ha potuto non soffermarsi sulla sua esperienza pescarese e al di là di dichiarazioni di circostanza non si é sottratto dal dire la sua riguardo alla dolorosa tragedia dell’Hotel Rigopiano, dopo le tante critiche per la gestione dell’emergenza, anche nei confronti di chi vede in questo allontanamento una sorta di punizione:

“Nella mia carriera di Prefetto non ho mai vissuto esperienze facili, per un modo o l’altro – chiarisce da subito Provolo – detto questo, stiamo parlando di un’immane tragedia che ha scosso nel profondo tutti noi, ma che a distanza di mesi, posso dire di aver gestito come meglio non potevo, certo di aver agito nel giusto. Voglio anche ricordare che lascio Pescara per andare a ricoprire un ruolo di grande prestigio a Roma nel dipartimento dei Vigili del fuoco e che in questa città mi sono trovato molto bene, ho conosciuto persone straordinarie e coltivato tante amicizie che porterò nel mio cuore.”

Sulla cerimonia per la festa del 4 novembre, in una piazza Garibaldi gremita tra rappresentanti delle Forze Armate, autorità civili e religiose, associazioni di reduci e soprattutto diverse scolaresche, Francesco Provolo sottolinea il valore dell’unità:

“E’ questa soprattutto la celebrazione dell’Unità d’Italia che da quella tragica esperienza della Prima Guerra Mondiale, al di là della parentesi nel ventennio fascista, ha imparato il valore della democrazia, della libertà ed ha soprattutto scoperto la sua identità di Paese.”

A coordinare le attività della cerimonia, come da protocollo, la Direzione Marittima di Pescara con il contrammiraglio Enrico Moretti:

“Dovrebbero esserci più 4 novembre sul calendario – precisa Moretti – perché sono queste occasioni importanti, soprattutto per le nuove generazioni, per comprendere l’importanza del sacrificio di centinaia di migliaia d’italiani in quel terribile conflitto, come base sulla quale questo Paese ha potuto costruire il suo futuro.”

IL SERVIZIO DEL TG8: