Verso la richiesta di archiviazione la posizione del presidente della Regione Luciano D’Alfonso nell’ambito dell’inchiesta sul restauro di palazzo Centi a L’Aquila.
L’inchiesta della Procura della Repubblica dell’Aquila è relativa all’appalto per il restauro di palazzo Centi, gravemente danneggiato durante il sisma del 6 aprile 2009. Da fonti interne al Tribunale trapela che dal voluminoso carteggio non emergerebbero responsabilità penali a carico di D’Alfonso e, nelle prossime settimane, la Procura aquilana potrebbe presentare istanza di archiviazione al Gip. Il presidente Luciano D’Alfonso, dopo aver appreso da fonti di stampa della probabile richiesta di archiviazione da parte della Procura aquilana della sua posizione nell’inchiesta sul restauro di palazzo Centi a L’Aquila, sede della presidenza della Regione Abruzzo, ha ringraziato la magistratura per l’opera di analisi scrupolosa sulla vicenda.
Il presidente D’Alfonso in una nota afferma “Sottolineo che ho sempre continuato a lavorare con tranquillità realizzativa, anche dopo aver conosciuto le esigenze di accertamento della Procura, senza dare mai spazio agli sballottamenti tipici dell’emotività e della paura, poiché convinto della liceità del mio operato, sempre orientato all’esclusivo interesse pubblico anche quando l’azione amministrativa si presentava difficile, complessa e bisognevole di coraggio.
Ad oggi ho messo in campo 45 mesi lavorando 16 ore al giorno senza mai cedere ad una visione attendista, anche quando denunciati isolati hanno scommesso tutte le proprie energie per farmi perdere tempo.
Sono sicuro che la stampa farà la sua parte nel far sapere la notizia, così come è accaduto quando essa si diffuse un anno fa, arrivando in qualche caso a mettere a repentaglio il delicato lavoro condotto nel cuore del cratere sismico”.
La maxi inchiesta, arrivata a 11 filoni e con oltre 30 indagati, era coordinata dal pubblico ministero Antonietta Picardi, nel settembre 2017 trasferita presso la procura generale della Corte di Cassazione. Il procuratore capo Michele Renzo ha affidato i vari filoni ad altri pm. Il caso di palazzo Centi è stato affidato al sostituto procuratore Fabio Picuti. Sulla ricostruzione di palazzo Centi gli indagati sono 11 tra funzionari regionali, imprenditori e tecnici. Secondo quanto si è appreso per alcuni ci sarà la richiesta di rinvio a giudizio con le ipotesi di reato che vanno da corruzione, turbativa d’asta a falso ideologico e abuso d’ufficio. La commessa, molto ambita, ha un valore di circa 13 milioni, messi a gara con ritardo e cambi di commissioni dalla Regione come stazione appaltante. Secondo l’accusa sarebbero state attuate procedure per favorire la Iciet Engineering di Castelli, arrivata terza, il cui titolare, Eugenio Rosa, è finito sotto inchiesta. Estranea all’inchiesta l’impresa vincitrice, la Edil Costruzioni Generali di Venafro, che si è aggiudicata l’appalto attuando un ribasso del 35%. Attualmente i lavori sono fermi in attesa del pronunciamento della giustizia amministrativa alla quale ha fatto ricorso l’impresa teramana Cingoli Nicola e Figlio Srl, conosciuta a L’Aquila per le numerose commesse nell’ambito della ricostruzione privata. I lavori nei mesi scorsi erano cominciati anche dopo il dissequestro dei documenti da parte della Procura della Repubblica.